Le casse del comune sono vuote, non una novità di questi tempi, così ad imbiancare la scuola media del paese ci hanno pensato lo scorso week end dei volontari d’eccezione.
Un’iniziativa promossa dall’amministrazione insieme con la dirigenza scolastica e le famiglie grazie ad un appello diffuso alla rete civica, passaparola all’uscita di scuola e tanta buona volontà. Ogni volontario, dotato di pennello, straccio e secchio, ha contribuito a tinteggiare la balza dei corridoi della scuola, permettendo al comune di limitare le spese alla sola vernice grazie alla manodopera gratuita.
“Non abbiamo l’imbianchino del comune, ma soprattutto non c’è un capitolo di spesa sufficiente a coprire questo costo” così ha commentato l’iniziativa l’assessore ai lavori pubblici Pietro Milanesi. Sulla stessa falsariga i commenti del sindaco Carlo Nannetti, che denuncia come problema principale i tagli del governo alle piccole amministrazioni: “Credo che più che una provocazione sia un modo di far prendere conoscenza ai cittadini della nostra realtà, Lastra a Signa nel 211 fa i conti con 442 mila euro di trasferimenti in meno, che diventeranno 64 mila nel 212. Come amministrazione inoltre vogliamo rimarcare il senso e l’importanza di un azione condivisa del comune e della società civile, una tappa ulteriore di quel percorso che dovrà vedere una sempre maggiore responsabilizzazione dei cittadini nella gestione del nostro patrimonio comune”.
Parole che fanno riflettere e che generano un paio di spunti interessanti.
Ultimamente ci siano occupati di diversi casi riguardanti le scuole, tra cui anche il nostro progetto”rock your school”( guarda il video), segno che la percezione della scuola come bene comune è oramai ben radicata all’interno della nostra società. Rispetto a qualche anno fa l’impegno e l’attenzione dei cittadini su questo tema è notevolmente cresciuto, la scuola è finalmente considerata come un qualcosa che appartiene a tutti, si è sviluppata una coscienza in tal senso che è la base della partecipazione dei cittadini alla cura dei beni comuni.
Non possiamo però non sottolineare il collegamento esistente tra la diffusione di un modello di partecipazione attiva e la crisi economica delle amministrazioni locali. Sembra che una nuova via, fatta di collaborazione, partecipazione e dialogo tra pubblico e privato si sia aperta, sarebbe interessante capire quanto questo sia parte di un processo basato sulla sussidiarietà, così come stabilito dal’articolo 118 della Costituzione, oppure rappresenti semplicemente l’unica alternativa possibile per tutti quegli amministratori che si ritrovano senza risorse, come sembra stia accadendo sempre più spesso nel nostro paese.
La sussidiarietà non dovrebbe far rima con necessità, ma dovrebbe essere un modello diverso di gestione della cosa pubblica basato sulla tutela dei beni comuni, sulla democrazia partecipativa, sulla partecipazione attiva dei cittadini, altrimenti il rischio è che diventi un mero strumento di sostituzione della società civile alle carenze della pubblica amministrazione.