Un dossier che segue le tecniche del citizen journalism

I migranti non sono una popolazione invisibile ma cittadini a tutto tondo

Il numero speciale “Volontari per lo Sviluppo” nasce dall’esperienza di cento ragazzi, di origini diverse, Torino, Parigi, Louga (Senegal) e Ouahigouya (Burkina Faso), coinvolti nel progetto “JRM- Jeunes reporters et Migrants” finanziato nell’ambito del programma europeo “Gioventù in Azione”. La rivista nata 25 anni fa, con l’obiettivo di fornire una più ampia informazione sul mondo delle ONG, raccoglie testimonianze di volontari e giornalisti impegnati in tutti il mondo.

L’indagine

Questa volta, il numero viene così interamente redatto seguendo le tecniche di citizen journalism ed i cento ragazzi hanno collaborato proprio per la sua realizzazione, mettendo in pratica l’esperienza acquisita per l’attuazione del progetto “JRM- Jeunes reporters et Migrants”. Il progetto, infatti, con l’obiettivo “di dar voce a coloro a cui è stata tolta”, si focalizzava sui temi della migrazione, mettendo in luce i processi di integrazione di culture e realtà diverse nelle attuali aree metropolitane.

Marta Lotto e Paola Carnisani, le due giovani ragazze coinvolte nel progetto europeo, investigano così la realtà degli immigrati. Focalizzandosi sul panorama torinese, il cui numero degli immigrati residenti rappresenta il 13,6 percento della popolazione residente totale (di cui la maggioranza di nazionalità romena) disegnano un’Italia multietnica, mettendo in luce come dall’attivismo politico alle diverse manifestazioni artistiche, gli spazi di espressione e di rivendicazione degli immigrati, siano ormai radicati nel territorio. Diverse sono le modalità di espressione e di manifestazione, ma il fil rouge permane la lotta contro la discriminazione e la rivendicazione di una maggiore inclusione nella realtà quotidiana.

Il grido della partecipazione

Le giovani redattrici ne esaminano in dettaglio le modalità. Il primo esempio, è proprio l’impegno politico: il “Collettivo immigrati auto organizzati”, attivo dal 28 maggio 29, ha come finalità quello della rivendicazione dei diritti degli immigrati, la lotta contro la discriminazione e la garanzia di una maggiore partecipazione non solo sociale, ma anche culturale e politica.
Sulla stessa riga sono le finalità supportate del “Collettivo Gabelli” nato nel 28 e composto da ex studenti stranieri e docenti dell’Istituto Cpt Gabelli.

Ma l’impegno politico non è l’unica modalità di manifestazione, infatti nuove ed altre forme di espressione si affermano nel panorama torinese e il grido di rivendicazione di maggiori spazi di inclusione è portato avanti a suon di musica dal gruppo hip hop “Exxtra”. Il gruppo vuole presentare una visione obiettiva della realtà e a suon di ritmo si fa portavoce della situazione degli immigrati di seconda generazione. Exxtra vuole dimostrare che la realtà non è quella descritta dalle televisioni e che “il diverso” non è una delle “cause dei mali della società italiana”.

Un impegno anche culturale

In questa visione, anche il Teatro diventa protagonista, e dal 1993 la compagnia “Almateatro” un laboratorio tutto al femminile, composta da donne di origini e nazionalità diverse, descrive la realtà quotidiana, incentrandosi sui temi della multi etnicità e sul ruolo della donna. Un’ulteriore importante manifestazione culturale è infine il progetto artistico “Valigione Clandestino” che propone il tema della clandestinità in toni provocatori. Il progetto, consultabile sul sito ufficiale, raccoglie le esperienze dei clandestini e le loro foto vengono affisse sul muro virtuale di filo spinato. Ed è questo quello che bisognerebbe fare: andare oltre le apparenze.

I migranti non sono una popolazione invisibile, ma la loro presenza è importante, come lo è l’affermazione di una politica di maggiore inclusione ed integrazione. Queste rivendicazioni dimostrano il malessere generale, ormai ampiamente diffuso, e non è casuale il riferimento alla manifestazione ormai conclusasi a Brescia.