Il progetto, finanziato nel quadro del programma europeo Gioventù in azione e coordinato dall’organizzazione CISV, ha coinvolto 1 giovani italiani, francesi, senegalesi e burkinabé per stimolare il confronto e la riflessione sul fenomeno della migrazione internazionale attraverso momenti di scambio e vere e proprie attività di citizen journalism. I 1 partecipanti hanno così redatto un numero speciale della rivista Volontari per lo sviluppo, offrendo una visione alternativa del controverso rapporto tra le diverse culture che abitano il territorio italiano.
Il dossier offre una visuale su una Torino sempre più multietnica, ma capace di favorire nuovi percorsi di integrazione. Attraverso iniziative comunali e regionali, reti di associazioni e l’attività partecipativa dei cittadini, sono numerose le opportunità che il capoluogo piemontese offre ai migranti e agli stranieri cosiddetti di “seconda generazione”.
Integrazione e cultura
Significativa è l’attenzione per l’ambito della cultura, a dimostrazione che l’integrazione non si costruisce solo sul terreno sociale ed economico. Fulcro di queste attività è il Centro interculturale della città di Torino, nato nel 1996 con l’obbiettivo di fornire a tutti i cittadini opportunità di formazione interculturale e di promuovere l’incontro e il dialogo tra le culture. Con laboratori artistici e linguistici, corsi di formazione e servizi di consulenza, il centro opera per favorire l’integrazione “silenziosa” di quei migranti, soprattutto giovani, che cercano di inserirsi in maniera normale nella vita sociale e culturale della città.
L’importanza dei giovani
I giovani stranieri costituiscono l’avanguardia del processo di integrazione; il successo del servizio civile per giovani immigrati, rivolto ai ragazzi dai 18 ai 25 anni, dimostra il desiderio di una partecipazione sempre più attiva nella vita delle città italiane. E’ la storia di Robert e Imad, l’uno peruviano e l’altro marocchino, che, nell’ambito delle attività del servizio civile, lavorano per riqualificare la struttura dei bagni pubblici di via Agilè a Milano, trasformandoli in un vero e proprio centro culturale a disposizione del quartiere.
Proprio per favorire il protagonismo giovanile, la rete To&Tu, nata su iniziativa del settore politiche giovanili del comune di Torino, ha avviato 1 centri distribuiti su tutto il territorio cittadino, per favorire momenti di socializzazione e l’espressione della creatività dei giovani. Il centro El barrio, ad esempio, nato nel 22 in un luogo abbandonato della periferia nord della città, è divenuto uno spazio di cui i giovani possono appropriarsi per organizzare laboratori e attività artistiche.
Il dossier “Laboratori di melting pot” porta allo scoperto un numero sorprendente di iniziative interculturali e spazi per favorire l’integrazione delle vecchie e nuove generazioni di stranieri. Torino “capitale dei giovani 21” si dimostra così una città in grado di far fronte alle nuove sfide che il fenomeno della migrazione internazionale pone alla società italiana.