Anche Bologna, un tempo “percepita da tutti come capitale del senso civico in Italia”, è – come affermano gli stessi promotori dell’iniziativa “La cortesia è il miglior compagno di viaggio” – ormai vittima di coloro che “più che abitare la città la consumano ed hanno fatto della maleducazione e della trasgressione delle regole uno stile di vita”. Una realtà che si fa sentire con particolare pesantezza sui mezzi di trasporto pubblico, specchio di una città e luoghi per eccellenza di convivenza “forzata” e condivisione involontaria di spazi spesso ristretti.
Ma una lunga tradizione di convivenza civile e impegno civico, a quanto pare, non si cancella tanto facilmente e gli amministratori bolognesi – insieme all’Università, ai sindacati degli autisti, alle scuole e ai protagonisti della vita culturale, economica e associativa della città – hanno pensato bene, interpretando al meglio il principio di sussidiarietà orizzontale contenuto nella nostra Costituzione, di non trattare i cittadini come un problema ma di considerarli parte essenziale della soluzione. Niente ronde o vigili urbani con le pistole, dunque, ma coinvolgimento e partecipazione.
L’iniziativa, sostenuta dalla Fondazione del Monte e coordinata dal Centro Antartide, si basa essenzialmente su una campagna di sensibilizzazione che prevede la trasmissione di spot e l’affissione di locandine sui mezzi pubblici e la distribuzione in città di libretti informativi. Il tutto all’insegna dell’ironia. Nel frattempo gli studenti della scuola Farini metteranno in scena piccole animazioni teatrali alle fermate.
A bordo degli autobus bolognesi vengono effettuati ogni giorno 3. viaggi. Gli utenti, come spiega il volantino informativo, possono collaborare con tanti piccoli gesti per rendere migliore il servizio e migliorare la qualità della vita di passeggeri e autisti. Per esempio segnalando alle fermate l’intenzione di salire, evitando soste inutili e malintesi. Non tenendo lo zaino sulle spalle a bordo dei mezzi, intralciando gli altri. Salendo e scendendo dalle porte giuste. Parlando a bassa voce al cellulare. Pagando il biglietto.
Tutte cose risapute. Persino banali. Ma spesso ignorate. Invitare i cittadini ad assumersi le proprie responsabilità, magari con un sorriso, anziché limitarsi a minacciare sanzioni, può aiutare Bologna a “tornare a stupire per la sua civiltà in autobus, e non solo”.