Nonostante ciò, gli italiani si dimostrano un popolo generoso

La generosità  non batte la crisi

Il ritratto, è quello di un paese in difficoltà, basta analizzare il dato delle donazioni nel periodo natalizio, e ci si rende subito conto della drammaticità della situazione. Infatti, si è passati da un 49% di donazioni, nell’anno precedente, al 38% dell’ultimo Natale, con una flessione negativa più incisa, nella fascia di età che va dai 35 ai 54 anni. Calano anche le donazioni più “generose”, a differenza di quelle meno onerose, infatti, salgono dal 38 al 46% le donazioni sino ai 2 euro, e scendono dal 28 al 16% quelle fra i 21 e i 5 euro. Inutile infine dire che il tra i 1 e i 2 euro il calo è più netto, si va in questa fascia, dal 16 ad un misero 7%.

A detta di IPR, la causa fondamentale di questo calo, sarebbe la crisi economica dilagante, motivo confermato da più della metà degli intervistati, che attribuisce alle minori fruibilità economiche individuali il motvo della mancata donazione. Intervistato dal Sole24Ore, Antonio Noto, direttore dell’agenzia, conferma che, nonostante la già consolidata crisi, presente anche nel 29, non è stato registrato il calo che si è visto invece nel 21, questo – ha detta di Noto – in quanto, il clima presente nel paese, era ancora quello della grande mobilitazione nazionale per i terremotati abruzzesi.

Si somma poi alla crisi anche l’azione del decreto “mille proroghe” del 3 marzo 21, il quale, con procedura immediata, ha contribuito all’innalzamento (5%) delle tariffe riguardo le spedizioni postali, eliminando le tariffe agevolate nei confronti del no profit. Questo incentiva le donazioni in contanti, che sono ora, preferite a quelle tramite sms. Motivo di questa inversione di tendenza è la volontà di una partecipazione diretta del donatore, e di sapere a chi vengono affidate le proprie offerte.

Per quanto riguarda i destinatari delle donazioni invece, è stato rilevato dal sondaggio ( prendendo in considerazione il fatto che, gli intervistati potevano esprimere più di una preferenza) una maggiore sensibilità verso la ricerca scientifica, anche se in lieve calo. La seconda “privilegiata” è la scelta di aiuto verso i paesi poveri, mentre sono al terzo posto, anche se in leggero aumento, le adozioni a distanza, assieme al sostegno delle associazioni sanitarie e il sostegno all’infanzia.