In questa situazione di profondo disagio sociale, politico, economico e culturale, Donolo indica ciò che potrà ristabilire equilibrio e farci uscire da questa fase crepuscolare. Si riferisce ad una minoranza attiva e costruttiva, una minoranza produttrice di idee, creativa, che ha le risorse culturali e progettuali per trascinaci fuori dalla crisi. Sono uomini e donne, spesso giovani e giovanisssimi, che non hanno alcuna intenzione di arrendersi all’esaltazione dell’eterno presente che ci propinano i media, né si accontentano delle soluzioni alla crisi che la società stessa si autoimpone. Le energie e le risorse che questa minoranza ha da offrire al Paese sono enormi, bastevoli alla riuscita di una vera e propria rivoluzione culturale ed economica: hanno la forza di stravolgere i valori moderni, ripristinando etica pubblica e fornendo una forte identità ad una società confusa e distratta. È però vero che le persone in grado di accendere la rivoluzione e favorirne la buona riuscita sono lontane dal potere, sono spesso sconosciute le une alle altre e inconsapevoli delle proprie potenzialità. Il messaggio positivo di Donolo spinge proprio in questa direzione: è un appello affinché queste forze “si mettano in rete”, facciano squadra, diventino la base di un tessuto sociale da ricucire nei prossimi anni. Lo sforzo che questi cittadini devono compiere è grande, poiché non possono, spesso non devono, contare sul potere istituzionalizzato, che frequentemente si è rivelato una trappola per “il nuovo”. La novità è spesso coincisa con la riproposizione del vecchio. L’unico modo affinché le energie positive del Paese diventino una forza compatta, è che queste comprendano quali traguardi sono raggiungibili insieme e che si assumano la responsabilità di guidare il rilancio culturale e sociale di cui l’Italia ha bisogno.
Le risorse, le energie e gli anticorpi ci sono: si tratta di metterli in rete
Sul sito del Corriere della Sera, Corrado Stajano ha enucleato i temi proposti dal saggio di Carlo Donolo “Italia sperduta”.
La recensione, dall'eloquente titolo "Le risorse per battere la crisi", prende in esame l’analisi fatta da Donolo dell’Italia contemporanea, un paese immobile e attraversato da numerose crisi che sta vivendo una lunga fase di recessione. Il sociologo non si riferisce esclusivamente ai problemi di natura economica, che pure ci sono.
L’analisi è assai più profonda, e coinvolge lo smarrimento del ceto medio di fronte allo svilimento della cultura e dell’istruzione, all’esaltazione del guadagno e del piacere immediato. È in atto una rivisitazione dei valori alla base della società, e Donolo riporta esempi della storia recente del nostro Paese a sostegno delle sue tesi. Il quadro proposto è tutt’altro che esaltante.
Le nuove generazioni sono preda di un sistema di corruzione e compromesso che soffoca i tentativi di ripresa. L’economia e il mercato del lavoro sono bloccati, così la stessa classe dirigente è espressione di un sistema clientelare e autoreferenziale. La legge elettorale non ne è la causa, ma è un prodotto di questo schema, attraverso il quale i partiti scelgono per cooptazione uomini e donne fedeli, minando alla base il principio democratico stesso.
Da dove ripartire
In questa situazione di profondo disagio sociale, politico, economico e culturale, Donolo indica ciò che potrà ristabilire equilibrio e farci uscire da questa fase crepuscolare. Si riferisce ad una minoranza attiva e costruttiva, una minoranza produttrice di idee, creativa, che ha le risorse culturali e progettuali per trascinaci fuori dalla crisi. Sono uomini e donne, spesso giovani e giovanisssimi, che non hanno alcuna intenzione di arrendersi all’esaltazione dell’eterno presente che ci propinano i media, né si accontentano delle soluzioni alla crisi che la società stessa si autoimpone. Le energie e le risorse che questa minoranza ha da offrire al Paese sono enormi, bastevoli alla riuscita di una vera e propria rivoluzione culturale ed economica: hanno la forza di stravolgere i valori moderni, ripristinando etica pubblica e fornendo una forte identità ad una società confusa e distratta. È però vero che le persone in grado di accendere la rivoluzione e favorirne la buona riuscita sono lontane dal potere, sono spesso sconosciute le une alle altre e inconsapevoli delle proprie potenzialità. Il messaggio positivo di Donolo spinge proprio in questa direzione: è un appello affinché queste forze “si mettano in rete”, facciano squadra, diventino la base di un tessuto sociale da ricucire nei prossimi anni. Lo sforzo che questi cittadini devono compiere è grande, poiché non possono, spesso non devono, contare sul potere istituzionalizzato, che frequentemente si è rivelato una trappola per “il nuovo”. La novità è spesso coincisa con la riproposizione del vecchio. L’unico modo affinché le energie positive del Paese diventino una forza compatta, è che queste comprendano quali traguardi sono raggiungibili insieme e che si assumano la responsabilità di guidare il rilancio culturale e sociale di cui l’Italia ha bisogno.
In questa situazione di profondo disagio sociale, politico, economico e culturale, Donolo indica ciò che potrà ristabilire equilibrio e farci uscire da questa fase crepuscolare. Si riferisce ad una minoranza attiva e costruttiva, una minoranza produttrice di idee, creativa, che ha le risorse culturali e progettuali per trascinaci fuori dalla crisi. Sono uomini e donne, spesso giovani e giovanisssimi, che non hanno alcuna intenzione di arrendersi all’esaltazione dell’eterno presente che ci propinano i media, né si accontentano delle soluzioni alla crisi che la società stessa si autoimpone. Le energie e le risorse che questa minoranza ha da offrire al Paese sono enormi, bastevoli alla riuscita di una vera e propria rivoluzione culturale ed economica: hanno la forza di stravolgere i valori moderni, ripristinando etica pubblica e fornendo una forte identità ad una società confusa e distratta. È però vero che le persone in grado di accendere la rivoluzione e favorirne la buona riuscita sono lontane dal potere, sono spesso sconosciute le une alle altre e inconsapevoli delle proprie potenzialità. Il messaggio positivo di Donolo spinge proprio in questa direzione: è un appello affinché queste forze “si mettano in rete”, facciano squadra, diventino la base di un tessuto sociale da ricucire nei prossimi anni. Lo sforzo che questi cittadini devono compiere è grande, poiché non possono, spesso non devono, contare sul potere istituzionalizzato, che frequentemente si è rivelato una trappola per “il nuovo”. La novità è spesso coincisa con la riproposizione del vecchio. L’unico modo affinché le energie positive del Paese diventino una forza compatta, è che queste comprendano quali traguardi sono raggiungibili insieme e che si assumano la responsabilità di guidare il rilancio culturale e sociale di cui l’Italia ha bisogno.