Si tratta di un caso unico nel territorio nazionale di sanità integrata finalizzata alla cura del bene comune vita da parte dei cittadini, attraverso un effettivo esercizio del diritto di scelta della madre.
La rete si articola in tre momenti:
1. primo contatto informale con la donna in gravidanza che manifesta segni di disagio (per strada, a scuola, ecc.);
2. sostegno competente durante gravidanza e parto;
3. accoglienza post-parto per la puerpera e per il neonato (casa protetta, adozione, famiglia affidataria, ecc.).
L’iniziativa ha affrontato positivamente dal 1999 ad oggi 64 casi. Grazie al principio di sussidiarietà si è realizzata un’alleanza fra alcune associazioni femminili di Prato ed alcune operatrici della Asl che, preoccupate del fenomeno di abbandono e soppressione di neonati, decisero di assistere le gestanti in modo nuovo, andando nei luoghi dove vivono le donne in difficoltà , evitando pratiche colpevolizzanti e assicurando l’anonimato.
Il progetto mira a garantire il diritto all’autodeterminazione della donna previsto dall’ordinamento italiano, nonché il benessere della madre e del neonato, prevenendo qualunque caso di violenza sulla donna e sul nascituro.