Per l’Autore la sussidiarietà “in senso prosociale” è un bene comune. Donolo chiarisce l’insufficienza delle letture svalutative del principio, e ne evidenzia i limiti.
La sussidiarietà rivela appieno la sua natura di bene comune in quanto si pone come interfaccia tra istituzioni e processi sociali.
Nell’ottavo editoriale Carlo Donolo illustra il significato dei beni cognitivi e normativi come beni comuni virtuali, mentre nel decimo editoriale l’Autore declina come beni comuni i saperi tecnici e professionali.