In Islanda i cittadini riscrivono la legge suprema dello Stato

Una carta dei cittadini per i cittadini

Nell’era di internet, qualsiasi teoria classica che presti attenzione al concetto di democrazia diretta urge di necessaria revisione. Le istituzioni politiche sembrano mostrare una crescente sensibilità verso le potenzialità partecipative offerte dalla rete e ciò non può che tradursi in ripercussioni positive sul rapporto tra potere politico e società civile. Un’importante conferma a supporto di questa tesi arriva direttamente dall’Islanda, dove è attualmente in corso un esperimento dai tratti rivoluzionari: ai cittadini islandesi è stata infatti concessa la possibilità di indossare le vesti di padri costituenti per poter scrivere, tutti insieme, una nuova Costituzione, sfruttando le immense opportunità offerte dalla rete. Facebook, Youtube e altri social media simili i veicoli prescelti per permettere all’intera popolazione di influenzare i lavori della commissione costituzionale incaricata di redigere le bozze del nuovo testo, inviando proposte o esprimendo semplicemente le proprie opinioni.

Partecipazione, sul serio

La Costituzione islandese del 1944 (anno in cui il paese ottenne l’indipendenza dalla Danimarca) non è altro che una riproduzione quasi fedele della Costituzione danese allora vigente. Il recente crac finanziario, che ha portato il paese sull’orlo della bancarotta, insieme al caos politico che ne è conseguito, hanno reso necessaria la stesura di un nuovo patto civile, che fosse frutto non solo del lavoro di una cerchia ristretta di individui riuniti in un’assemblea costituente chiusa alle influenze esterne, ma anche e soprattutto del contributo proveniente dall’intera popolazione, per una nuova legge suprema condivisa da tutti. Una carta dei cittadini per i cittadini, capace di spostare la partecipazione da valle (semplice approvazione del nuovo testo attraverso referendum confermativo) a monte. Certamente, l’esiguo numero di abitanti (32. circa) ha giocato a favore di una maggiore fattibilità dell’esperimento.

Thorvaldur Gylfason, membro del Consiglio costituzionale islandese, tra le pagine del Guardian, ha entusiasticamente sottolineato il positivo riscontro che il progetto ha trovato da parte del popolo islandese, aggiungendo che “i loro commenti sono stati di grande aiuto e hanno avuto un effetto positivo sul risultato finale”.