Un viaggio alla scoperta di un nuovo- antico modo di fare agricoltura nei nostri territori

"Il principale bene pubblico di cui i governanti dovrebbero preoccuparsi è la fiducia"

Si parte dall’agricoltura civica

Come spiegano gli amici di AiCARE – Agenzia italiana per la Campagna e l’Agricoltura Responsabile ed Etica – che insieme ad AgriGiochiAmo hanno ideato il Tour per la raccolta dei Buoni frutti, l’ agricoltura civica nel perseguire – contestualmente alle attività  di coltivazione e allevamento a fini alimentari – il bene comune, si fonda sul coinvolgimento delle comunità  locali e dei cittadini, abbracciando sistemi di produzione e di commercializzazione innovativi. L’agricoltura civica rappresenta una visione della società  fondata su pratiche sociali, economiche e ambientali sostenibili, rispondenti a criteri etici e pervase da principi di responsabilità  e reciprocità .
I modelli di produzione agricola a cui fa riferimento si attestano su scala medio-piccola e si caratterizzano per essere fortemente integrati nel sistema locale. Questo impianto si traduce in pratiche agricole che mirano ad assicurare ai cittadini, oltre al cibo, infrastrutture vitali indispensabili per la vita quotidiana, siano esse di tipo naturale o sociale. Si tratta, cioè, di “pratiche di qualità  economica, ambientale e sociale che non si esauriscono in uno scambio mercantile bensìmantengono al loro interno valori di relazione durevoli e continuativi”.

Il tour per la raccolta dei Buoni frutti

A partire da questo identikit,   ha preso il via lo scorso 28 agosto il Tour per la raccolta dei Buoni frutti: quattro appassionati alla ricerca di esperienze e storie di agricoltura civica made in Italy da raccontare e da rendere, attraverso il racconto, “trasferibili” su altri territori della Penisola.
“Attraverso questo viaggio – spiegano questi turisti un po’ speciali – raccontiamo le storie di chi è riuscito a realizzare il proprio sogno, andando a casa loro, nella loro fattoria o nella loro realtà , ma anche nelle piazze dei Comuni dove queste realtà  operano per sentire dalla cittadinanza come quel progetto ha migliorato la vita di tutti e come questo si è integrato con la collettività “.
Il tour prevede 3 tappe in realtà  di agricoltura civica, che altro non sono che fattorie didattiche, aziende agro-sociali, aziende agricole che sperimentano formule innovative e virtuose per l’ambiente e la comunità , orti e giardini condivisi. Si tratta dunque di un viaggio che durerà  un mese e che permetterà  di “scoprire un’Italia minore che in silenzio, partendo dalle nostre comuni radici agricole, sviluppa reddito, socialità , progresso”.

A che punto siamo

Dagli aggiornamenti costanti che i nostri amici ci inviano, sappiamo che il viaggio, partito dalla Campania, è proseguito alla volta di Friuli, Trentino, Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana ed Emilia.
In tutte queste regioni i protagonisti del viaggio, al secolo Angela Galasso, Francesca Durastanti, Margherita Rizzuto e Giuseppe Orefice, hanno incontrato imprenditori   capaci di coniugare il loro progetto di impresa con il loro progetto di vita.
Nel loro blog di bordo, riportano i tratti innovativi e distintivi di ciascuna delle realtà  incontrate, mettendo l’accento sulla replicabilità  delle esperienze e presentando di volta in volta le persone che danno volto e vita ai progetti. Per fare degli esempi, dal Sannio riportano esperienze di autoproduzione collettiva e autocertificazione partecipata dei metodi produttivi; in Trentino raccontano di aver incontrato Elisabetta che conduce un’azienda agricola in alta montagna integrando il reddito agricolo con attività  didattiche per i bambini di città  a valle; in Veneto, Alessandro e Giangaetano che promuovono l’ecopedagogia nella loro azienda; in Val Brembana Ferdy che ha creato un’azienda basata su autoproduzione, biodiversità  e coinvolgimento attivo degli ospiti. Ancora, in Oltrepo pavese ad accoglierli hanno trovato Fausto ed Elisabetta che realizzano produzioni vitivinicole di qualità  attraverso azioni di inclusione per persone con disabilità , in Piemonte moltissime esperienze di agricoltura sociale. In Toscana ed Emilia-Romagna sono venuti a conoscere interessanti esperienze nel settore della didattica, delle produzioni sostenibili ed etiche e della riduzione degli sprechi, a cui collaborano soggetti ed enti di natura diversa.
Cosìsi è conclusa la prima parte di questo entusiasmante viaggio, che ha permesso (a loro direttamente e a noi attraverso il loro racconto) di conoscere i tanti volti dell’agricoltura civica in Italia, quelle che i nostri reporter d’eccezione dicono essere “le storie di uomini e donne che tutti i giorni, con concretezza contadina, perseguono i propri obiettivi senza dimenticare di essere parte attiva di una comunità  locale.”

Per noi è una questione di fiducia

Gregorio Arena, Presidente di Labsus, è tra i mentori del progetto “Il Tour dei Buoni frutti”. Nel motivare l’adesione al progetto, individua nella fiducia il bene pubblico che maggiormente trae forza da una iniziativa come questa. “E’ importante – sostiene – che questo viaggio si faccia e ancora più che si racconti, sia perché il raccolto dei buoni frutti sia sempre più abbondante, sia perché un viaggio cosìda fiducia. E questo è fondamentale, perché se non c’è fiducia non si intraprendono nuove iniziative, non si mette su famiglia, non si cambia casa, non ci si impegna in nulla perché si ha paura del futuro. Per questo il principale bene pubblico di cui i governanti dovrebbero preoccuparsi è la fiducia. Ma dal momento che l’attuale classe dirigente italiana, nel suo insieme, non sembra affatto preoccuparsi di questo, cominciamo noi cittadini a farci carico di questo compito fondamentale, con questo bel viaggio”.

Per saperne di più

Le esperienze incontrate dai viaggiatori in giro per l’Italia sono raccontate in tempo reale nel   blog www.ibuonifrutti.it , mentre saranno raccolte in una pubblicazione che sarà  presentata in occasione di AGRI e TOUR, Salone nazionale dell’agriturismo, ad Arezzo dal 11 al 13 novembre p.v.