Il bottino (gli isolani preferiscono chiamarlo “munnezza”)è stato recuperato lo scorso 5 settembre da quattro subacquei capresi, impegnati in un’originalissima operazione di pulizia.
I sub, appartenenti all’associazione di volontari Sub Capri, ha alle spalle una ricca esperienza di recupero di reperti archeologici nelle acque isolane.
E’ probabilmente grazie a questa esperienza che i sub sono riusciti ad ottenere l’autorizzazione ad agire della Soprintendenza per i beni archeologici di Napoli, dando vita ad un peculiare rapporto sussidiario.
Peculiari sono infatti i soggetti coinvolti: da una lato la Soprintendenza, tendenzialmente poco incline alla collaborazione con i cittadini, dall’altra un gruppo di sub volontari.
Ma peculiare è anche l’oggetto dell’iniziativa, volta a tutelare un bene naturale e paesaggistico.
Infine, altri soggetti hanno preso parte all’azione di pulizia: i carabinieri della stazione di Anacapri, che hanno monitorato da terra l’immersione, e la società Anacapri Servizi, per lo smaltimento del materiale rinvenuto.