La tecnologia al servizio delle buone prassi

Lo scopo delle GreenApp è di dispensare eco-consigli a chi decide di farne uso

La recente scomparsa del fondatore della Apple, Steve Jobs, ha dato il via ad una vera e propria attività  di indagine in relazione a quelli che possano considerarsi, non a torto, i più grandi meriti del padre della Mela e le innovazioni più entusiasmanti che il genio di San Francisco è stato in grado di regalare al mondo. Una delle sue creature più famose, l’Iphone, ha visto accrescere con il tempo la propria popolarità  e aumentare il numero delle persone che non mancano di reputarlo uno strumento indispensabile per la vita di tutti giorni, un accessorio di cui è ormai impossibile fare a meno.

L’aspetto di maggior fascino di questo dispositivo risiede tuttavia nella possibilità  fornita all’utente di poter usufruire di una serie di applicazioni, gratuite o a pagamento, delle più differenti specie, vale a dire, di programmi che dotano l’utente stesso degli strumenti necessari per eseguire determinate operazioni. Tra queste spiccano le cosiddette GreenApp, ossia ‘applicazioni verdi’, il cui scopo è quello di dispensare eco-consigli a chi decide di farne uso. Le GreenApp possono essere tranquillamente annoverate all’interno di quella categoria di tecnologie in grado di favorire la sussidiarietà  e ben si inseriscono, dunque, nel discorso sulla wiki-sussidiarietà , secondo cui la nascita del web 2. ha facilitato e semplificato l’emersione e l’organizzazione della voglia dei cittadini di prendersi cura dei beni comuni, dotando il cittadino stesso di una serie di strumenti capaci di sostenere le sue aspirazioni (1).

Esempi di GreenApp

Così, le applicazioni Greendrops e iCarbon Calc si pongono come obiettivo quello di abituare al risparmio energetico: partendo da una serie di dati inseriti dall’utente, quali il consumo di elettricità , gas e chilometri percorsi in auto, avviano un calcolo del totale delle emissioni di Co2 prodotte dall’insieme di queste attività , mostrando il conto finale dell’impatto prodotto sull’ambiente dalle abitudini giornaliere di ognuno di noi. Al contrario, l’applicazione gratuita Decoro urbano offre ai singoli cittadini la possibilità  di documentare il degrado della propria città , nonostante restino ancora una minoranza i Comuni attivi italiani che hanno deciso di servirsi di questa tecnologia per raccogliere le segnalazioni recapitate, impegnandosi ad instaurare con i cittadini stessi un contatto diretto in un’ottica di gestione corresponsabile dei beni comuni. Con Raeeporter, invece, si fotografano i Raee (rifiuti elettronici abbandonati) e si inviano i risultati della ricerca alla Ecodom (Consorzio per il riciclo di elettrodomestici) e a Legambiente.

E se fare la raccolta differenziata crea spesso dubbi sulla corretta dismissione dei prodotti casalinghi, ci pensa l’app Differenziata a fornire consigli utilissimi in materia. L’applicazione Carticipate, viceversa, si muove nella direzione della mobilità  sostenibile, partendo dall’idea-base di mettere in contatto tra loro i ” carpartecipanti ” iscritti che si accingono a percorrere un medesimo tragitto, con la possibilità  di condividere lo stesso mezzo di trasporto in città : un modo utile per risparmiare benzina aiutando l’ambiente. Altre due apps meritano un’attenzione particolare: la prima, 6+, sviluppata dal Wwf, permette agli utenti di condividere tra di loro azioni concrete per mantenere uno stile di vita rispettoso dell’ambiente; la seconda, Green meter, offre al possessore di un auto l’occasione di aumentare l’efficienza della sua guida e di risparmiare benzina partendo dall’immissione di alcuni semplici dati quali il modello dell’automobile e lo stile di guida del conducente del veicolo.

Tecnologia e nuovo ruolo del cittadino

Insomma, la sempre più diffusa consapevolezza che il cittadino del nuovo millennio non si trovi più nella condizione di poter cedere la propria quota di responsabilità  nell’ambito dell’attività  di salvaguardia e cura dei beni comuni, emerge chiaramente dalla filosofia che è alla base della creazione di software come quelli appena citati. Software che collocano i singoli individui al centro di uno stimolante progetto, dove ognuno è chiamato in causa per ogni singolo comportamento adottato ed è sempre più sollecitato a mettere a disposizione della comunità  il proprio tempo e le proprie energie per contribuire al benessere dell’intera collettività .

 (1) Per maggiori approfondimenti sul tema si v. l’editoriale di C. IAIONE, La wiki-sussidiarietà , in Labsus editoriali 211