La nostra democrazia parlamentare ha bisogno di nuove forme di collaborazione costruttiva di cittadine e cittadini. La diffidenza verso il contenuto e l’attuazione delle decisioni politiche emerge chiaramente sia dal calo nella partecipazione al voto, sia in forma di aperta protesta. Allo stesso tempo la competenza del cittadino rispetto alla decisione pubblica non viene utilizzata. Ciò influisce negativamente sulla qualità e sul consenso di tali decisioni.
Dobbiamo quindi escogitare nuove forme di collaborazione di qualità del cittadino. Si tratta di collaborazione al processo decisionale, non di un intervento sui poteri decisionali democraticamente disciplinati o sul principio di democrazia rappresentativa.
Una tale partecipazione sociale dei cittadini nella preparazione della decisione politica e amministrativa richiede procedure di lavoro interattive ed aperte tra cittadini e detentori del potere decisionale. Per acquistare documentabile serietà ed efficacia, tali procedure necessitano di principi e regole chiari, che devono essere stabilite in anticipo da tutti gli interessati.
Per avvalorare sotto l’aspetto qualitativo la corresponsabilità dei cittadini, tali procedure superano ciò che importanti ed interessanti procedure ‘quantitative’ della partecipazione del cittadino offrono. Queste di regola hanno la forma di decisioni dirette (referendum) o di tecniche di consultazione, che registrano le posizioni dei cittadini. Una corresponsabilità civica perseguita coerentemente richiede una nuova, più alta misura di apertura, un ‘fidarsi’ da parte della politica e dell’amministrazione.
I seguenti dieci principi vogliono stabilire come una tale serietà possa esser raggiunta. Sono da intendersi come principi informatori, sui quali la pubblica amministrazione da un lato, e i cittadini dall’altro, possono fare seriamente affidamento se interessati alla corresponsabilità civica. Essi devono valere per entrambe le parti come garanzia di qualita’ per la partecipazione a cui si aspira.
1) Partecipazione civica voluta seriamente
Il principio della effettiva partecipazione dei cittadini deve essere riconosciuto in maniera vincolante da tutti gli interessati e in ogni parte della procedura di preparazione della decisione; un riconoscimento legale può essere utile e necessario.
2) La partecipazione è vantaggiosa per cittadini e cittadine
I cittadini hanno crescente interesse ad essere coinvolti nelle proprie faccende. Tale interesse rappresenta la motivazione decisiva per la partecipazione e deve essere accettato in maniera corrispondente dai cittadini. Ciò favorisce anche la consapevolezza di intendere il bene comune come qualcosa che è connesso al proprio interesse. Ciò vale in particolare per cittadini con un basso livello di istruzione.
3) E’ chiaro di cosa si tratta e quale influenza i cittadini possono in concreto esercitare.
I progetti ai quali i cittadini partecipano possono concretizzarsi in maniera diversa. Per essere efficace, la collaborazione dei cittadini, diversamente da procedure di discussione o altre forme di dibattito chiarificatore, ha sempre bisogno di un motivo definito e di chiare prospettive decisionali la cui definizione deve essere condivisa da tutti gli interessati. Deve essere anche chiarito quale percorso politico e amministrativo ed eventualmente quale percorso da parte dei privati e quali decisioni già prese esistano. Prima dell’inizio della procedura è necessario comunicare chiaramente ai cittadini interessati quale sia la portata dell’influenza, quali limiti giuridici eventualmente essa incontri ed in che modo gli impulsi nel processo politico possano essere ulteriormente elaborati. Il ‘promettere’ deve essere chiaro e realistico.
4) La scelta degli interessati è obiettivamente fondata
Dal tipo di progetto dipende come la cerchia dei cittadini da coinvolgere si compone. La composizione deve essere motivata. Gli interessati dovrebbero dichiarare apertamente la propria motivazione (dal turbamento fino agli interessi collettivi).
5) I soggetti politicamente e amministrativamente competenti partecipano
Prima dell’inizio della procedura deve essere stabilito chi sono i decisori politici e amministrativi in ciascun caso anche dal lato dei privati cittadini. I soggetti competenti devono partecipare in maniera vincolante alla procedura.
6) Il tipo di collaborazione è adeguata al progetto
Dallo spettro dei possibili tipi di interazione tra decisori e cittadini bisogna collettivamente stabilire un format commisurato al caso concreto. Si tratta di professionalità , di ‘buon artigianato’ della cooperazione. Anche rispetto alla neutrale guida della procedura bisogna raggiungere un accordo armonico.
7) All’inizio della procedura c’è informazione sui fatti
Nelle procedure adottare sinora sulla partecipazione dei cittadini hanno il seguente problema: gli interessati spesso non sono capaci di distinguere chiaramente tra i fatti obiettivi di una procedura e la valutazione soggettiva dei fatti. La collaborazione civica può avere successo solo se gli interessati alla procedura – in caso necessario con la partecipazione di un terzo – sono informati dei dati e dei fatti fondamentali.
8) La procedura è pubblica
Dato distintivo fondamentale di una collaborazione civica efficace è la trasparenza. Deve essere stabilito in che modo la procedura ha luogo in totale pubblicita’ o in che modo debba essere resa pubblica.
9) La procedura della collaborazione è cooperativa, non competitiva
Nel caso della collaborazione non è importante quale parte si impone nella procedura e con quale argomento. La procedura collaborativa è pensata per preparare insieme la miglior soluzione ad un problema. Ciò richiede inclinazione alla cooperazione, correttezza e reciproca apertura per l’altra posizione.
1) I cittadini restano interessati anche dopo la chiusura della procedura
Deve essere stabilito in che modo anche in un secondo tempo i cittadini restano inclusi allorchè una decisione è stata presa; almeno in forma di responsabilità del decisore.