Viaggio nell ' Italia che condivide

Storie diverse in cui il minimo comune denominatore è il "noi"

La grande recessione ci ha posti di fronte a un quadro mondiale complicato, in cui le molte certezze che la logica dell’ homo oeconomicus aveva costruito sono andate in pezzi cosìcome una certa concezione dell’economia. Secondo l’autrice è in questo quadro generale che va posta la tendenza a sostituire il noi della condivisione all’io dell’individualismo. A testimoniarla le molte storie in giro per l’Italia raccolte dalla giornalista e divise a seconda dell’ambito investito dal paradigma del noi.

Il viaggio parte con le modalità  di consumo condiviso. Roberta Carlini raccoglie le testimonianze delle varie esperienze nel campo dei GAS, i gruppi di acquisto solidale nati in tutto il paese non solo come risposta all’aumento dei prezzi ma anche in difesa della qualità  del prodotto e dell’ambiente; storie di come questa diversa modalità  di consumo sia applicata al mercato dell’energia rinnovabile, e storie di come invece diventi strumento di legalità  in zone in cui è fortemente presente il fenomeno mafioso, come nel caso di Addio Pizzo.  L’inchiesta procede nel mondo del credito, dove l’autrice mette a confronto tre realtà  molto diverse che condividono però un obiettivo comune, quello di facilitare le modalità  di credito. Sono le storie del microcredito della comunità  delle Piagge a Firenze, la vicenda e l’evoluzione di Banca Etica e l’esperienza del Social Lending in rete di Prestiamoci e Produzioni dal Basso. Tre modi diversi di finanziare progetti che siano solidali, etici e sociali; tre modi di gestire la governance che assicurano trasparenza e democrazia nelle decisioni.  Nell’ambito abitativo la scrittrice indaga su i diversi significati che può assumere il concetto di condivisione in questo ambito. Dalla condivisione nella costruzione del Progetto EVA a Pescomaggiore(AQ), al fenomeno della cohousing della Bovisa a Milano, fino al lavoro di riqualificazione e ridistribuzione della cooperativa sociale Dar=Casa sempre nel capoluogo lombardo.  Il quarto campo coperto dal saggio della Carlini è quello del mondo dell’impresa e della possibilità  di dare a tale attività  una dimensione più sociale. Anche in questo caso gli esempi sono i più diversi tra loro: si va dall’esperienza milanese (e presto anche romana) di The Hub che trova nella condivisione degli spazi di lavoro la propria dimensione ideale, all’economia di comunione del polo produttivo Lionello Bonfanti di Incisa Val d’Arno che utilizza un terzo dei suoi utili per fini solidali, fino ai soci di Unbreakfast, una sorta di società  di ex manager disoccupati che grazie alla loro rete di relazioni e conoscenze cerca di fornire un servizio di consulenza a tutti i membri dell’associazione.  Ultima tappa del viaggio nell’economia del noi è il campo della rete, uno dei beni comuni per eccellenza. Al centro dell’analisi la questione della proprietà  comune quale mezzo di diffusione di sistemi operativi determinanti per lo sviluppo della socialità  e dell’equa diffusione della conoscenza, altro bene comune fondamentale non ancora riconosciuto ufficialmente come tale. Sono le esperienze dei sviluppatori di Linux, alternativa reale e gratuita a sistemi operativi più noti come Windows, a dimostrare le enormi possibilità  che la rete può offrire alla società .

Questa lunga inchiesta sullo stato della condivisione in Italia porta la giornalista a individuare i punti chiave e comuni a tutte queste esperienza. Il grande capitale delle relazioni umane, la necessità  di una rivalutazione della logica del dono e la centralità  del concetto di bene comune. Infatti ogni esperienza analizzata passa per questi snodi cruciali e mostra quanto e come l’economia del noi sia presente ed efficace in Italia nonostante la poca attenzione dell’informazione mainstream.

La questione dei beni comuni e le vicende raccontate in questo libro ci riportano al ruolo che la collettività  può avere in molti ambiti, e si inserisce in quella dicotomia tra Stato e mercato messa in crisi dall’evolversi dei tempi. Come la stessa Roberta Carlini sottolinea, il passo ulteriore da fare in tutti questi casi analizzati è di passare dalla supplenza alle mancanze dei due grandi pilastri che hanno retto fino ad oggi la società , ad una politica sociale ad ampio respiro che veda sempre più coinvolti i cittadini in questioni che li riguardano direttamente. Questo è il compito che la classe politica e le istituzioni devono assumersi nell’immediato futuro, un progetto del ” noi ” che ridia slancio alla società  italiana.

CARLINI R., L’economia del noi, Laterza, Bari, 211.