Inviate alla Camera due proposte di legge di riforma del diritto di cittadinanza

"Una battaglia positiva, che conviene a tutti i cittadini"

L’iniziativa ha riscosso un successo di non poco conto e le oltre duecentomila firme raccolte a sostegno delle due proposte (centomila firme circa per ogni proposta, ndr) lo testimoniano. Graziano Delrio, presidente del comitato promotore della campagna – oltre che presidente Anci e sindaco di Reggio Emilia – nel corso della conferenza tenuta alla Camera in occasione della presentazione dei due progetti di legge, ha enfaticamente rimarcato che la battaglia “per allargare la fruizione dei diritti della persona” non interessa solamente una minoranza ma incide sul benessere dell’intera comunità  ed è “positiva e conviene a tutti i cittadini”.  

Partendo dal primo grande risultato ottenuto da questa campagna, ossia – utilizzando le parole dello stesso Delrio – quello di aver stimolato “il confronto e la riflessione dei cittadini su un tema centrale per migliorare la qualità  della convivenza nelle nostre città “, i promotori dell’iniziativa hanno già  scoperto le carte in tavola su quella che sarà  la prossima mossa: convogliare tutte le loro forze affinchè il Parlamento tenga alta l’attenzione sulle due proposte e avvii una seria discussione in merito.  

Il contenuto dei progetti di legge

Da una prima lettura del progetto di legge recante nuove norme in tema di cittadinanza  emerge chiaramente il ruolo predominante assegnato allo ius solis a discapito dello ius sanguinis nella definizione delle nuove modalità  di assegnazione della cittadinanza italiana. Le principali novità  riguarderebbero, in maniera particolare, gli individui nati in Italia da genitori stranieri, i minori nati al di fuori dei nostri confini ed ivi trasferitisi al seguito dei propri genitori e i nati da genitori stranieri di cui almeno uno sia nato in Italia. Nello specifico, stando alle disposizioni dell’articolo 1 del disegno di legge in esame, sarebbero cittadini italiani “i nati nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui uno almeno sia legalmente soggiornante in Italia da almeno un anno” (ove ne venga fatta richiesta) e “i nati nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno sia nato in Italia”. L’articolo 2, in aggiunta, afferma chiaramente che “lo straniero nato in Italia o entratovi entro il decimo anno di età , che vi abbia legalmente soggiornato fino al raggiungimento della maggiore età , diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro due anni dalla suddetta data”.  
Tra le altre innovazioni, degna di nota l’attribuzione di competenza ai sindaci nella procedura di conferimento della cittadinanza.  

Nel secondo progetto di legge, contenente norme per la partecipazione politica e amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalità , viene invece affrontata la spinosa questione del riconoscimento del diritto di voto amministrativo agli stranieri, che le disposizioni qui contenute estenderebbero ai residenti sul territorio italiano da almeno cinque anni: l’idea è quella di porre finalmente fine ad una situazione di paradossale esclusione di un individuo dalla vita quotidiana di una comunità  di cui fa integralmente parte sulla base di motivazioni legate alla sua cittadinanza e/o nazionalità .