Il contesto di convivenza in cui viviamo è soggetto a continui mutamenti, dettati dalla globalizzazione e dai processi di modernizzazione della società .
La crisi della rappresentanza, della partecipazione, persino la crisi dei mercati finanziari, non sono altro che una conseguenza diretta di tali mutamenti, i quali impongono un ripensamento delle ipotesi di gestione della cosa pubblica.
Parallelamente, Antonini individua i fattori di criticità che animano la stessa branca scientifica della psicologia, e propone anche per essa, un nuovo paradigma, che consenta di ripensare anche la partecipazione secondo categorie psicologiche.
Tale approccio implica un passaggio dalla psicologia della “cura” alla psicologia della “convivenza”, il quale comporta lo studio di fenomenologie sociali quali la partecipazione civica, la cittadinanza attiva, lo sviluppo della sussidiarietà o la coesione delle reti sociali.
L’Autore sottolinea come tali fenomenologie sociali, da un punto di vista psicologico, devono essere considerate in relazione al contesto in cui operano, poiché “acquisiscono un senso simbolico per gli attori in gioco, legato ai precipui processi di significazione che si attivano”.
Il cambiamento dei modelli di governo non può da solo far fronte alla complessità dei contesti da governare. L’esito di tali interventi è inevitabilmente influenzato dalla dimensione di significazione emozionale, in base alla quale gli individui orientano le proprie azioni.
In questa prospettiva la realizzazione di un determinato stato della realtà necessita il trattamento di processi psicosociali (intesi come processi di costruzione di significato), in grado di mediare tra le finalità che si vuole raggiungere e la realtà locale.
(Citazione suggerita)
ANTONINI M., Psicologia e politiche pubbliche: ipotesi di integrazione per il governo delle reti sociali complesse, in Labsus Papers (212), Paper n. 27.