A Urbino gli universitari si mettono al servizio della città 

Oltre alla mobilitazione diretta, gli studenti hanno cercato di allargare la rete di cittadini attivi, stimolando media locali e social network

L’intervento degli studenti si è rivelato esemplare, e in poco tempo è riuscito a mobilitare altri privati cittadini, sensibilizzati dalla voglia di fare e non restare a guardare.

Gli studenti “attivi”, che si riconoscono nell’Assemblea permanente Urbino, nata per protestare contro la dequalificazione del diritto allo studio e lo smantellamento del sistema universitario pubblico, hanno affrontato la situazione di emergenza con senso civico: dal 31 gennaio, primo giorno di calamità , e per i 15 giorni consecutivi si sono adoperati per liberare la città  dalla neve, collaborando con le istituzioni e altri privati cittadini.

Già  la prima assemblea ha visto i ragazzi armati di pale e picconi, accompagnati da qualche amico, per dividersi le zone di intervento, partendo dalle meno accessibili e più urgenti, dove ad esempio le ambulanze che non riuscivano a raggiungere le case di persone in dialisi.

Dopo due giorni di attività , con la neve ancora incessante, intervengono in città  Esercito Italiano e Protezione Civile, per coordinare le operazioni. Gli studenti e i cittadini auto organizzati vengono inclusi nel piano di intervento, non solo per la loro forza lavoro ma anche per la specifica conoscenza della città  e delle situazioni di emergenza già  riscontrate.

Oltre alla mobilitazione diretta, gli studenti hanno cercato di allargare la rete di cittadini attivi, lanciando un SOS attraverso una pagina Facebook e sensibilizzando i media locali al tema.

L’aumento inaspettato di cittadini che, venendo a conoscenza della possibilità  di attivarsi anche attraverso la stampa locale, ha incentivato il comune di Urbino all’acquisto di ulteriori pale da neve, che si sono aggiunte a quelle messe a disposizione dall’Esercito.

L’eccezionalità  della mobilitazione ha portato in risalto la volontà  organizzativa e progettuale degli studenti, e più in generale dei cittadini che hanno partecipato, facendo emergere una risorsa spesso trascurata, misura di un nuovo modo di partecipazione, stimolando la solidarietà  e la socializzazione, e sensibilizzando i cittadini a forme di attivazione che partono proprio da loro stessi.



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