Con la legge 3 ottobre 28 n.169 è stato introdotto in Italia, seppur “nell’ambito del monte ore complessivo” ed “entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili” un nuovo insegnamento: quello della Cittadinanza e della Costituzione.
L’importanza di tale iniziativa legislativa, con la quale si effettua il superamento della tradizionale educazione civica, da sempre priva del riconoscimento di materia di insegnamento vera e propria, è stata sottolineata anche dall’ex ministro Maria Stella Gelmini e dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Con essa, infatti, si crea quel nesso che è necessario tra scuola e Costituzione: è soprattutto all’interno dell’insegnamento scolastico, infatti, che bisogna apprendere l’educazione civica e acquisire quelle nozioni giuridiche che forgiano il comportamento di un cittadino responsabile.
Il programma dell’Avis “C&C”, sviluppato grazie al contributo delle ricerche del gruppo “Avis scuola”, è indirizzato ai dirigenti scolastici, ai docenti e ai giovani delle scuole secondarie di secondo grado, al fine di proporre spunti, idee e suggerimenti per educare ad agire da cittadini responsabili, secondo i valori previsti dalla Costituzione italiana.
Il lavoro del gruppo nazionale “Avis scuola” parte da un’attenta lettura delle Indicazioni Nazionali per i Licei e delle Linee Guida per gli Istituti tecnici e professionali, emanati con i decreti 15 marzo 21 del Presidente della Repubblica, n. 87, 88, 89; qui sono elencate le “competenze chiave” di cittadinanza da apprendere durante il periodo di istruzione obbligatoria, tra le quali si evidenziano:
imparare ad imparare, comunicare, collaborare e partecipare, agire in modo autonomo e responsabile, acquisire ed interpretare l’informazione.
Ma qual è la definizione stessa di “competenza”? L’unico contributo che permette di rispondere a questa domanda viene dalla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 22; in questo atto la competenza è definita in termini di autonomia e responsabilità , consistendo sostanzialmente nella capacità di utilizzare le conoscenze e le abilità in tutte le situazioni, da quelle personali a quelle lavorative.
Possedere competenze sociali e civiche, dunque, significa sapersi comportare da cittadino responsabile durante la partecipazione alla vita della comunità di appartenenza, dalla famiglia alla scuola, dal comune alla nazione, dal gruppo sportivo alle associazioni di volontariato.
Se acquisire competenze sociali, infatti, permette tra le altre cose di comunicare in modo costruttivo, di mostrare tolleranza, di comprendere diversi punti di vista, quelle civiche sviluppano la capacità di impegnarsi nella sfera pubblica, di riflettere in modo critico e creativo sulla collettività , quindi di contribuire con un atteggiamento positivo allo sviluppo di una comunità sociale solidale, democratica e giusta.
Il documento “Cittadinanza e Costituzione” presenta, nella seconda parte, una serie di progetti realizzati da alcune scuole secondarie italiane, aventi lo scopo di informare gli alunni sui principi della Costituzione e della vita democratica dello Stato.
“Giovani scuola e volontariato” delle scuole in provincia di Parma, “Volontaria…mente” nelle province marchigiane, “A scuola di solidarietà ” in Basilicata e “Giovani all’arrembaggio” a Modena sono soltanto alcuni esempi, ma mettono in luce come la scuola possa svolgere non solo il ruolo di “trasmettitore” di informazioni, ma debba anche stimolare un sapere riflessivo, che unisca le nozioni e le conoscenze alle esperienze di vita e ai principi morali.
“C&C” rappresenta la giusta continuazione del Progetto Cittadinanza e Solidarietà promosso dall’Avis negli anni ‘9, che ha prodotto utili strumenti didattici e di formazione; l’obiettivo di questo secondo documento vuole essere lo stesso: favorire nelle scuole, ma anche in tutti gli altri ambienti di lavoro, negli enti locali e nelle associazioni di volontariato, la conoscenza della Costituzione e dei suoi principi, la comprensione del significato di “cittadinanza” e del sapere applicarla in molteplici contesti.
Utilizzando le parole di Luciano Corradini, presidente emerito dell’Uciim, dell’Ardep e dell’Aidu, che riprende un pensiero di Thomas Eliot, si tratta infine di “ritrovare la saggezza che abbiamo smarrito nella conoscenza, la conoscenza che abbiamo smarrito nell’informazione, e l’informazione che abbiamo smarrito nei dati”.