Il fenomeno investe ampi strati della società civile, dai giovani senza lavoro, agli immigrati, ai poveri, sempre più vittime di sfruttamento e discriminazione.
L’esclusione sociale incide negativamente non solo sulle persone che direttamente ne sono vittima, ma anche sull’intera comunità di cittadini e sulle prospettive di crescita economica.
Per tali ragioni il problema merita di essere analizzato sotto diverse prospettive e punti di vista. Il volume è diviso in due parti: la prima si compone di saggi che approfondiscono il tema dei diritti delle minoranze e della tutela del principio di eguaglianza, dell’inclusione sociale nelle carceri, nelle scuole e nel mondo del lavoro. Interessanti contributi sono dedicati al welfare urbano e territoriale.
La seconda parte del volume è, invece, dedicata a interviste e autorevoli testimonianze di operatori nelle associazioni di volontariato e nelle istituzioni, impegnati quotidianamente all’interno della società civile.
I contributi nella prima parte del volume si orientano lungo tre direttrici: la prima individua i soggetti vittima dell’esclusione (immigrati, rom, carcerati, lavoratori precari); la seconda indica i percorsi da intraprendere a livello comunitario e interno per contrastare l’esclusione sociale; la terza affronta in una prospettiva più ampia i problemi posti all’esterno dall’escusione sociale e alle sue ricadute sulla convivenza.
All’elaborazione della riflessione sul tema ha partecipato anche Labsus: nel saggio di Christian Iaione sono, infatti, sintetizzate le strategie e le proposte per agevolare l’inclusione sociale. Il saggio in commento si concentra sulla dimensione spaziale delle politiche di welfare, focalizzandosi sul benessere urbano.
L’organizzazione dello spazio urbano incide in maniera determinante sui processi di integrazione e di condivisione al’interno delle comunità . La riflessione dell’Autore prende le mosse dall’insufficienza degli strumenti predisposti dal legislatore, che si risolvono in una riserva quantitativa di spazi senza tenere conto della complessità sociale.
Il principio di sussidiarietà orizzontale costituisce, allora, il paradigma su cui ricostruire un modello di welfare urbano, in grado di valorizzare i “beni di comunità “, i “beni comuni locali”, il cui affidamento ai poteri pubblici locali si è rivelato insufficiente. In questa prospettiva, l’implementazione degli schemi regolatori per la gestione condivisa degli spazi urbani, l’educazione civica ai beni comuni, la promozione di forme di partenariato pubblico-privato civico, la sussidiarietà quotidiana e la creazione di reti locali attraverso il web, rappresentano le cinque direttrici lungo cui bisogna muoversi per riqualificare i “beni di comunità “, attraverso lo scambio, la collaborazione e “la messa a sistema di tutti gli attori coinvolti”.
ASTRID, Esclusione sociale. Politiche pubbliche e garanzie dei diritti, (a cura di Cesare Pinelli), Passigli editore, 212.