L'associazione Euromobility educa studenti e docenti alla mobilità  sostenibile

In Italia l'86% delle famiglie abita a meno di un quarto d'ora dagli edifici scolastici.

Educazione alla sostenibilità , ricerca di forme alternative di mobilità  e lotta all’inquinamento. Sono le diverse facce dell’iniziativa dell’associazione Euromobility, che entrerà  nelle scuole di nove città  italiane per promuovere la mobilità  sostenibile. Come? Semplicemente coinvolgendo i ragazzi in una ricerca sulle abitudini dei loro colleghi e insegnanti quando si spostano da casa a scuola. Al termine del monitoraggio gli studenti potranno elaborare, con l’ausilio dei tecnici, un piano della viabilità  con dei consigli sia per i singoli che per le amministrazioni comunali, chiamate a mettere in condizione studenti e docenti di far ricorso il meno possibile ai mezzi motorizzati.

Una rivoluzione contro pigrizia e disorganizzazione

Oltre a Euromobility, l’associazione dei mobility manager, a sostenere l’iniziativa sono Legambiente, Fiab e #salvaiciclisti (il movimento per la sicurezza dei ciclisti), che unendo le forze metteranno a disposizione dei ragazzi un software elaborato da Sistema, società  dell’Università  La Sapienza. In tal modo i giovani partecipanti al progetto potranno usufruire di una cartografia elettronica attraverso la quale mappare le residenze di studenti e professori, studiare i loro percorsi e verificare il livello di emissioni prodotte.

Dalla fase di analisi si passerà  dunque alle proposte di mobilità  sostenibile pronte a incidere sulla vita quotidiana dei singoli. E nel caso tali consigli venissero accolti sia dalle amministrazioni comunali che da studenti e docenti pronti a cambiare le proprie abitudini, il beneficio in termini di sostenibilità  e salubrità  dell’aria sarebbe enorme. Per quantificarlo basta un dato: sebbene l’86 per cento delle famiglie abiti a un quarto d’ora dagli istituti scolastici in dieci milioni scelgono di effettuare il tragitto in auto. Torino, Milano, Brescia, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Bari le città  interessate dal progetto che, come ha proposto il deputato del Pd Realacci, potrebbe entrare in futuro nell’offerta formativa delle scuole superiori.