Contro il caro benzina, alcuni piccoli comuni si sono adoperati per far pesare meno nelle tasche dei propri cittadini, il costo sempre più alto dei rifornimenti di carburante. Così, arrivati ad oltrepassare quella che in molti chiamano “la soglia psicologica dei due euro al litro”, da un lato aumentano le proposte di mobilità alternativa, come quella di Salvaiciclisti (di cui Labsus si è occupato la scorsa settimana), dall’altro si diffondono pratiche di risparmio amministrato dagli stessi comuni. I casi presi in riferimento sono stati i primi tre nel territorio nazionale e sono riportati di seguito in ordine cronologico.
Pizzoferrato: il primo modello
Il primo caso in Italia di un distributore comunale di benzina è stato infatti a Pizzoferrato, paese in provincia di Chieti. L’impianto, inaugurato il 24 gennaio 26 col nome di “Pizzoil”, vendeva carburante a prezzo ridotto, ai residenti di Pizzoferrato e degli altri otto paesi della comunità montana che avevano partecipato all’accordo di programma. Nel 27, il sindaco Palmierino Fagnilli, ha raccontato in una trasmissione di Rai Uno che “nel paese non c’era nessun distributore di benzina e che nessuna societa’ petrolifera era disposta ad impiantarne uno, cosi’ abbiamo deciso di metterci in proprio ed abbiamo fondato la ‘Pizzoil’. Non e’ stato facile – ha continuato il primo cittadino di Pizzoferrato – ma adesso abbiamo il nostro distributore ” . Un distributore dove la benzina costava da 1 a 2 centesimi di meno al litro, a seconda dell’oscillazione del prezzo di mercato. La distribuzione però, essendo gestita direttamente dall’allora sindaco Palmierino Fagnilli, ha avuto uno stop nel giugno 27, a causa della caduta della giunta. L’impianto è tornato in attività a novembre 28, non più gestito dal sindaco, ma da un esterno, mantenendo comunque i prezzi contenuti, perché il progetto non aveva lo scopo di produrre reddito, ma solo di coprire i costi di gestione.
Cortino: copiando s’impara…e si migliora
In questo comune abruzzese, che ha saputo ben replicare quest’estate l’iniziativa del non lontano comune di Pizzoferrato, il distributore comunale è stato finanziato grazie al mutuo concesso dalla cassa depositi e prestiti (pari a € 12.), di cui ogni anno si pagherà la rata maturata, e al preziodo contributo del B.I.M. (il consorzio dei comuni del Vomano e Tordino e della provincia di Trento), pari a € 32., previsti per la spesa relativa alla tettoia.
Una prima prova dunque più limitata, quella del comune salernitano, che magari potrà pensare in futuro di ampliare il bacino d’utenza del servizio, offrendolo ad un numero maggiore di cittadini.