Le persone sono chiamate ad esercitare ogni giorno quei diritti e doveri che gli spettano anche attraverso piccoli gesti. Specialmente in momenti di crisi quando vi è il rischio concreto di derive autoritarie, la partecipazione civica costituisce una grande garanzia per la preservazione di quel patrimonio comune, la democrazia, che bisogna alimentare quotidianamente. La crisi che ha investito la società italiana e l’economia diventa nelle parole del Presidente Napolitano un’occasione per il rilancio del senso civico e della dedizione all’interesse generale, insomma una chance preziosa per compiere “uno scatto culturale e morale e una mobilitazione collettiva, di cui l’Italia in momenti critici anche molto duri si è mostrata capace”.
Un regime di possibilità
Nella seconda parte del libro è Zagrebelsky che ci mette in guardia dalla falsa retorica della democrazia. La strumentalizzazione del linguaggio politico, le oligarchie, i luoghi e i mezzi del potere sono la premessa ad una quasi inaspettata conclusione. La domanda a cui il Professore si propone di rispondere nelle brevi pagine che compongono il suo contributo è una, ossia “Perché la democrazia, malgrado tutto, ha potuto diventare l’unica parola legittima della politica?”
Dipende da noi
L’affascinante ricostruzione storica del Presidente Napolitano seguita dal mirabile intervento del Professor Zagrebelsky sull’importanza di un sentimento democratico diffuso e partecipato costituiscono i due interventi, successivamente raccolti in un libro, esposti in occasione di Biennale Democrazia del 29, un progetto civile e culturale di cui Zagrebelsky è il Presidente. L’impegno civico che contraddistingue gli autori rappresenta un motivo in più per tuffarsi in una piacevole lettura carica di senso.
L’appello è quello lanciato anche da “Libertà e Giustizia“, un’associazione di cultura politica che da anni è attiva nel campo della società civile e di cui il professore è membro, per cui in un momento quale quello attuale il rinnovamento indispensabile per il nostro paese è nelle mani dei suoi cittadini. Dipende da noi perché come afferma Zagrebelsky “la democrazia non è una formuletta astratta di organizzazione politica, bensìuna concezione impegnativa della vita in comune”.
NAPOLITANO Giorgio, ZAGREBELSKY Gustavo, L’esercizio della democrazia, Torino, Codice Edizioni, 21.