Partendo dalla sua esperienza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri come ritiene si sia evoluta la comunicazione con il passaggio a un governo tecnico che ha esigenze comunicative diverse rispetto a quelle di un governo politico?
Personalmente provengo dall’università : ho fatto un dottorato in gran parte all’estero e dopo averlo concluso a Parigi stavo lavorando al mediatore europeo, quindi a Strasburgo, quando nel 21 sono tornato In Italia e ho iniziato a lavorare alla Presidenza del Consiglio nell’unità tecnica per i 15 anni dell’Unità d’Italia occupandomi di comunicazione e successivamente si è aperta l’opportunità di ricoprire un ruolo proprio nell’ufficio stampa della Presidenza.
E’ vero con il governo tecnico sono cambiate le esigenze comunicative: la principale esigenza è stata quella di spiegare meglio le misure prese, per non dare adito alle interpretazione per cui vedono il governo non legittimato dal voto e a sua volta legittimato dalle banche e dai poteri forti. Quindi con il portavoce e con lo stesso Presidente si è convenuto a dare una comunicazione più chiara e trasparente su tutto quello che viene portato avanti dal Governo.
Quale valore attribuisce alla comunicazione via web che permette più partecipazione dei cittadini, maggiore critica dell’azione politica e governativa tramite i social network e i blog e come cambia la comunicazione visto che ogni parola pronunciata dai membri del Governo ha poi immediati ripercussioni sulla rete? Pensiamo al recentissimo “choosy” del ministro Fornero o ai laureati sfigati del sottosegretario Martone…
L’importanza è allo stesso tempo massima e troppo poca purtroppo. Il web è ormai fondamentale e ha imposto un nuovo metodo di comunicazione, le consultazioni che abbiamo condotto negli ultimi mesi si sono svolte tutte sulla rete che è diventato il canale comunicativo più rapido. Per esempio il sito internet del Governo è il principale strumento per veicolare comunicazioni. Ho detto che l’attenzione alle potenzialità di internet è ancora troppo poca perché un utilizzo intelligente del web, come avviene da parte di pubbliche amministrazioni molto più sviluppate come quella statunitense prevede un’interattività che rispetto alla nostra è quattro volte più ampia. Quindi credo che in questa fase stiamo facendo passi avanti se dovessi dirti quanti passi sono ancora da fare direi tanti. Il percorso è appena iniziato.
Quale è l’importanza delle parole nella comunicazione istituzionale e politica?
Nella comunicazione le parole sono essenziali in generale, ma posso farti due esempi per quanto riguarda il Governo. I comunicati stampa della Presidenza del Consiglio, se si ricordano quelli dei precedenti governi, assumevano per lo più la forma di un verbalino di assemblea, si sceglieva di spiegare le misure prese in altri contesti. Oggi i comunicati stampa della Presidenza sono documenti molto lunghi e articolati, mai meno di 1-15 pagine in cui si spiega con dati numeri e informazioni perché è stata presa quella data misura con parole che cerchiamo di rendere più semplici possibili e cosìle varie informative che diamo ai cittadini, cerchiamo di mettere informazioni in un italiano attraverso un plane language. Stessa prassi in tutte le altre attività comunicative: quando è montata la protesta contro la Tav nei mesi scorsi, è stata aperta una sezione sul sito del Governo che ha milioni di accessi giornalieri ed è quindi un canale semplice per divulgare notizie e abbiamo messo punto per punto le risposte che Mario Ingrano commissario per la Tav dava alle contestazioni dei No Tav. Con un linguaggio ci ha aiutato a fare un po’ di controinformazione perché stava passando il messaggio che la Tav avrebbe distrutto il territorio, certo è un’opera di impatto, ma progettata per avere rispetto dall’ambiente circostante e giocando con le parole e con i dati tecnici siamo riusciti a controbattere alle obiezioni poste. Massima importanza alle parole chiare.
Spesso la nostra classe dirigente ha un’età avanzata da un punto di vista anagrafico e può non essere avvezza all’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione. Che ruolo assumono i portavoce e gli uffici stampa per colmare eventualmente questo digital divide che aggiunge un ulteriore elemento di distanza con i cittadini?
In questo governo in particolare l’età non sempre distingue una poca dimestichezza con i mezzi elettronici, per esempio il Ministro Cancellieri ha un grande interesse per gli strumenti digitali. Detto questo il ruolo del portavoce e dell’ufficio stampa è essenziale per un ministro che non si può occupare solo di comunicazione. L’Ufficio stampa è uno strumento fondamentale per veicolare al meglio ciò che il Ministro dice e pensa. Si crea un rapporto per cui il Ministro ha un’idea e il portavoce deve fare in modo che quell’idea sia sviluppata e ripresa nel modo migliore, consigliando il Ministro. Quello che conta è la qualità del lavoro e il risultato finale al di là del rapporto che il singolo ministro ha con il mondo digitale. Più che per il governo stesso il rapporto con il web diventa fondamentale per i politici di professione: pensiamo al sindaco Alemanno che cerca di imitare Obama o al senatore Gasparri che insulta su twitter chi ha pochi follower, non sempre i politici fanno del web un utilizzo intelligente. Diciamo che preferiamo dare attenzione maggiore alle agenzie di stampa che non a un tweet.