Il rapporto del Sole 24 ore conferma la frattura fra Centro-nord e Meridione

Primo posto in graduatoria per Bolzano, a Taranto la maglia nera

Crisi o “non-crisi” poco cambia nella geografia della qualità  della vita in Italia. Stando, infatti, ai dati forniti dal Sole 24 Ore, il centro-nord si conferma come l’area del benessere. Prima in graduatoria è la provincia di Bolzano, seguita da Siena e Trento. Poi Rimini, Trieste, Parma, Belluno, Ravenna e Aosta. Sul fondo della classifica troviamo invece Taranto che scalza un’altra provincia pugliese maglia nera nel 211, Foggia.

 

 

Bolzano torna in testa alla classifica

Nello specifico Bolzano, tornata al primo posto dopo appena un anno, si è affermata grazie ai buoni risultati ottenuti nei capitoli sicurezza, occupazione, tempo libero e presenze turistiche. Settori nei quali, invece, molte realtà  del Meridione, con Taranto in testa, arrancano vistosamente. A penalizzare particolarmente la provincia pugliese, assurta all’onore delle cronache per il drammatico caso Ilva, sono proprio le mancanze registrate in due macroindicatori-chiave quali tenore di vita e servizi-ambiente-salute.

 

 

Metropoli: salgono Milano e Roma

E le grandi aree metropolitane? Quasi inaspettatamente la classifica vede Milano al 17esimo posto e Roma al 21esimo. Va decisamente peggio a Torino (43esima), Genova (47esima con ben 22 posizioni perse in un anno) e Napoli, addirittura penultima.

 

 

La metodologia utilizzata


Dal punto di vista metodologico, lo studio ha tenuto conto di 6 macroaree (tenore di vita, affari e lavoro, servizi ambiente e salute, popolazione, ordine pubblico, tempo libero) comprendenti a loro volta 6 indicatori. Per fare alcuni esempi nella dicitura “tenore di vita” vengono inclusi l’inflazione ed i consumi privati; in affari/lavoro la disoccupazione; nella popolazione la natalità  ed il numero di stranieri; nei servizi/ambiente la sanità ; nell’ordine pubblico rapine e borseggi; nel tempo libero l’appeal turistico.

 

 

Il ritardo del Meridione, un problema endemico

Un affresco che sa insomma di déjà -vu. Anche nel 212 l’Italia risulta spaccata a metà  con le province del Sud in netto ritardo relativamente a buona parte dei parametri analizzati. Inutile dire che servirebbero interventi concreti di riequilibrio. La vera domanda è: la crisi renderà  ancora più marcate le differenze?

 

Per il quadro completo dello studio: http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_212_infografiche/infografiche.shtml?refresh_ce