Il percorso per il Colorificio Liberato è iniziato il 13 Ottobre con una colorata Common Street a cui hanno partecipato circa quattrocento persone che, attraversando la città di Pisa, hanno raggiunto i luoghi simbolo del degrado cittadino affinché ciò che è già bene comune, possa tornare alla determinazione e alla cura della collettività .
Il municipio dei Beni Comuni ha scelto l’immobile attualmente di proprietà della multinazionale J. Colors, poiché rappresenta l’emblema della speculazione economica e della crisi attuale. Nato nel 1924, il Colorificio Toscano gode dei benefici del boom economico degli anni 5-6 per poi vendere il marchio alla metà degli anni 9 alla predetta multinazionale; la produzione cessa sostanzialmente nel 25, finché nel 29 venne definitivamente chiuso.
La municipalità “nata” dal basso ha l’intenzione quindi di dare una nuova vita al sito di oltre 1 mila metri quadrati rilanciando, attraverso la partecipazione attiva, forme nuove di autogoverno del territorio con attività che generano benessere, ricchezza di relazioni, economie solidali, divertimento e solidarietà a costo zero.
Rebelpainting e l’appoggio dell’Italia attiva
La testa del corteo è giunta davanti all’Ex Colorificio Toscano con in mano una copia del libro ” Rebelpainting. Beni comuni e spazi sociali: una creazione collettiva ” (!Rebeldia edizioni, 212), poi presentato il giorno seguente. L’opera è composta da una raccolta di saggi che, indagando sulla storia e sulle ragioni che hanno determinato lo stato di abbandono dell’ex sito produttivo, offrono una riflessione sui fondamenti teorici e sul potenziale progettuale della restituzione alla collettività di un nuovo laboratorio per la partecipazione.
Sin da subito sono giunti attestati di vicinanza dalle altre realtà italiane come il Teatro Rossi della stessa Pisa, il Teatro Valle di Roma e il MACAO di Milano che, insieme al Teatro Coppola di Catania e il Teatro Garibaldi di Palermo, ospitano eventi e manifestazioni artistiche a favore della collettività , rivalutando il bene comune della teatro e quindi della cultura: mantenendo vivi i luoghi di aggregazione dove si svolge la vita comunitaria si va a sostenere la cura civica della città , argomento affrontato in numerosi editoriali Labsus.
Il nuovo ” spazio sociale ”
Le prime attività che hanno colorato i capannoni sono state quelle del Progetto Rebeldàa, ma da subito, grazie al bando “IdeAzione”, hanno iniziato a riunirsi e proporre anche molti altri soggetti che si riconoscono nel valore sociale dei Beni Comuni: laboratori, corsi e punti informativi portati avanti da migliaia di cittadini che da sabato scorso stanno attraversando il Colorificio, poiché esso rappresenta un dono che Pisa fa a se stessa.
Le istituzioni ora hanno un ruolo decisivo, tendere la mano alla comunità per dare vita ad una collaborazione gestionale ed amministrativa basata sul principio di sussidiarietà . Come rende noto Rebeldìa in un comunicato, Comune, Provincia e Regione non hanno ancora risposto alla richiesta di esprimere la loro posizione rispetto alla destinazione d’uso dell’area, ma il futuro a Pisa è ricco di entusiasmo e condivisione.