L’incontro si è aperto con l’intervento di Stefano Bocci e Giulia Iacopino, due giovani studenti in Architettura del Laboratorio Urbanistico partecipato, che hanno illustrato la situazione critica della città e i danni della speculazione edilizia. Il Laboratorio, istituito nel giugno 211, è composto da un gruppo interdisciplinare di circa venti concittadini, tra cui architetti, geologi, archeologi, botanici, ambientalisti, storici e membri dei comitati di quartiere che, a titolo gratuito, si stanno interessando alle criticità urbanistiche dei vari quartieri e formulano progetti finalizzati alla riqualificazione delle zone che saranno poi presentati all’amministrazione comunale. Questo esempio di sussidiarietà orizzontale nasce dalla volontà del Coordinamento dei comitati di quartiere di concretizzare le linee tracciate nel documento Albano per noi; aperto ai giovani laureati e laureandi che intendono offrirsi un motivo di studio del territorio e mettere a disposizione della cittadinanza la loro capacità per una realtà più sostenibile.
I due ragazzi hanno posto all’attenzione di tutti i partecipanti come negli ultimi dieci anni gli abitanti di Albano siano aumentati del 21% e ad oggi la densità abitativa praticamente identica a quella di Roma. A livello di servizi per la comunità , rispetto agli standard urbanistici, mancano 126. mq di verde pubblico come giardini e parchi giochi, 131. mq di spazi per l’istruzione, 11. mq di attrezzature collettive tra cui mercati, biblioteche e musei, e 41. mq di spazi per parcheggi.
Voci e proposte
L’architetto Roberta De Marco si rivolge direttamente all’Amministrazione comunale e suggerisce una forma innovativa di Urbanistica Partecipata, in cui i progetti vengono discussi con la Consulta dei cittadini, prevista dallo Statuto comunale, seguendo un nuovo modello di pianificazione socio-territoriale.
L’intervento più rilevante è stato sicuramenti quello dell’urbanista Paolo Berdini, poiché denunciando la forte relazione tra l’edilizia e l’attuale situazione economica dei Comuni, ha messo in luce quali sono le reali esigenze dei cittadini ed ha spronato a recuperare edifici abbandonati, convinto che si debba ” ripartire dall’intelligenza dei giovani e da una politica che tuteli il bene comune e non gli interessi dei privati ” .
Le istituzioni e i cittadini
Anche l’Amministrazione ha preso parte al convegno e, auspicando una collaborazione proficua, il consigliere comunale Marco Guglielmo, presidente della Commissione Urbanistica, ha sottolineato la necessità di un’immediata inversione di tendenza: il coinvolgimento di tutti i cittadini attivi e delle associazioni locali per l’obiettivo chiave di disegnare una città diversa, nuova e a misura d’uomo, con un piano di azione ambientale che sia il fulcro delle scelte per il bene comune.
Questo esperimento assolutamente innovativo di democrazia partecipata volta al miglioramento della qualità della vita, conforme quindi al principio di sussidiarietà presente nell’art. 118 della nostra Costituzione, mira a combattere il cosiddetto fenomeno dello sprawling urbano, a scapito del verde pubblico e della socialità e a sensibilizzare tutti i cittadini sul problema della cementificazione selvaggia del proprio territorio.