Una conferenza per promuovere il rispetto degli utenti deboli della strada

I numeri delle tragedie che coinvolgono i pedoni: 7.000 morti e oltre 200.000 feriti in dieci anni

Le statistiche delineano un quadro allarmante sul livello di sicurezza dei pedoni in Italia: 7. morti e oltre 2. feriti in dieci anni, 21. feriti e 589 morti solo nel 211, dei quali il 3% ha perso la vita attraversando la strada ed il 5% aveva più di 65 anni. Cifre del genere inducono a ritenere che non sia più il caso di parlare di ” incidenti stradali ” , di fatti fortuiti o casuali: quello che emerge da questi dati è una strutturale mancanza di educazione civica e di rispetto per le regole. Ad aggravare il livello di pericolo vi è anche un fatto strutturale innegabile: le città  vengono pianificate per agevolare la circolazione delle automobili, non la sicurezza dei pedoni.

Alla luce di queste drammatiche evidenze, risulta quanto mai attuale e necessaria la conferenza indetta dai sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, dall’Osservatorio per l’educazione stradale e la sicurezza della Regione Emilia-Romagna, e dal Centro Antartide. All’evento interverranno i segretari generali dei sopra citati sindacati, Carla Cantone, Ermenegildo Bonfanti e Romano Bellissima, vari esperti universitari, professionisti dell’Istituto Superiore di Sanità , nonché di enti locali e delle Ausl; collaboreranno inoltre all’iniziativa Auser, Ada e Anteas. Il convegno, come indicato nel depliant in allegato, si comporrà  di una prima sessione descrittiva dello status quo, titolata ” L’importanza e le difficoltà  del muoversi a piedi oggi ” , alla quale farà  seguito una seconda sessione dedicata al tema della progettazione di città  a ” misura di pedone ” .

” Per far cambiare i comportamenti, sia individuali che collettivi, la sfida è far diventare patrimonio culturale condiviso il rispetto del pedone ” : abbracciando quest’approccio, che sarà  alla base dei lavori dell’intero convegno, sarà  finalmente possibile riportare alla luce una tragedia tristemente rimossa dalla percezione comune, per cristallizzare un ” idem sentire ” , già  largamente diffuso in gran parte degli altri paesi europei.



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