” Non c’è nessuna ipotesi di privatizzazione dei giochi, nessuna ipotesi di far pagare i giochi che sono nei nostri parchi, parchi che restano spazi pubblici con attrezzature pubbliche […] una sola proposta è stata avanzata da privati per realizzare un parco giochi ” . Con queste parole l’Assessore comunale all’ambiente, Patrizia Gabellini, ha voluto chiarire la polemica scatenatasi nei giorni scorsi che sembrava dare per certa la privatizzazione dei giochi pubblici della città : la proposta di attività imprenditoriale (quindi legittimamente a pagamento) sarebbe quindi isolata rispetto al complesso delle misure al vaglio della giunta. Durante l’intervento del 14 gennaio, in sede di Consiglio Comunale, è stato cosìpossibile far luce sulle vere intenzioni dell’assessorato per fronteggiare il problema degli atti vandalici.
Le opzioni
Il Comune sta ” lavorando per modificare il ” Regolamento del verde ” , in modo da regolare e rendere possibili sponsorizzazioni o donazioni di cittadini per giochi, e con convenzioni che possono eventualmente includere la manutenzione di questi giochi per un certo periodo, quindi una forma di sussidiarietà ” , ha aggiunto nell’intervento Patrizia Gabellini.
Sarebbero quindi al vaglio della Giunta strumenti di sussidiarietà capaci di coinvolgere le associazioni di genitori, ma anche sponsor privati, nella cura e nella tutela dei giochi pubblici, al fine di fronteggiare efficacemente il ripristino delle aree verdi pubbliche, senza per questo dover intaccare la dotazione dei parchi danneggiati dai vandali. Attraverso questi strumenti, negoziati con i quartieri interessati, si riuscirebbe a garantire la preservazione degli oltre 12 parchi cittadini, che ospitano quasi 1.3 tra scivoli e piccole giostre. Queste le misure effettivamente al vaglio della giunta, questi i provvedimenti strutturali per fronteggiare il problema dei danneggiamenti vandalici: prendere in considerazione proposte imprenditoriali isolate non significa farne una linea di politica.
Sussidiarietà versus sensazionalismo e polemica
Come spesso accade, anche in questa vicenda il sensazionalismo e la polemica prevalgono sulla ragione, rischiando di surclassare un’opportunità reale per diffondere la cultura della sussidiarietà e della cittadinanza attiva. A fronte di un problema concreto, come quello degli atti vandalici, la reazione immediata è stata quella di gridare allo scandalo ed all’indignazione rispetto ad una – neanche la sola – soluzione presa in considerazione. Pochi sembrano essersi chiesti ” cosa possiamo fare per contrastare questo annoso problema? ” : eppure, come LABSUS sostiene da tempo, è finita l’era della delega alle pubbliche amministrazioni. Considerare soluzioni basato sull’approccio sussidiario, oltre che ovviamente sulla prevenzione e sull’educazione civica, sembra quindi essere una misura perfettamente coerente con i tempi e con le molte esperienze, già ampiamente documentate, di cittadini che si prendono cura dei beni comuni.