Fortunatamente in questi giorni concitati di campagna elettorale, di slogan nemmeno più ben congegnati, c’è ancora chi riesce a non farsi catturare dal vortice e continua il suo lavoro di informazione, occupandosi di quello che dovrebbe essere uno dei temi caldi del dibattito politico: i beni comuni.
Nella puntata del 28 gennaio di “Fuori Tg”, la trasmissione di Rai3 condotta da Maria Rosaria De Medici e Margherita Ferrandino, sono stati ospiti il Presidente di Labsus Gregorio Arena ed il prof. Salvatore Settis, autore del testo Azione Popolare. Cittadini per il bene comune.
I beni comuni ormai fanno notizia
In studio si è discusso proprio sul valore dei beni comuni, sulla possibilità di prendersene cura da semplice cittadino e sulle migliaia di esempi di cittadinanza attiva che si possono già contare sul nostro territorio.
Secondo la nostra esperienza sul campo, emerge un dato di fatto piuttosto netto: molti cittadini sono un passo avanti, forse anche due, rispetto alla pubblica amministrazione, sono pronti ad attivarsi, vogliono essere coinvolti, sono coscienti che lavorare insieme ad altre persone per risolvere problemi comuni migliori la qualità della vita.
I due esperti sono concordi sul fatto che anche i diritti civili facciano parte dei beni comuni.
La domanda del giorno rivolta ai telespettatori è stata la seguente: saresti disposto a rimboccarti le maniche per salvare un bene comune in abbandono?
Una domanda semplice per la quale sono previste tre risposte apparentemente inconciliabili che però presentano dei punti di contatto e che sintetizzano la principale obiezione all’attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale:
– no, è un compito che spetta ai servizi pubblici;
– solo se il pubblico non ha i mezzi per farlo;
– sì, tutti siamo responsabili dei beni comuni.
In realtà come spiega il presidente Arena “non bisogna leggere le esperienze di cittadinanza attiva come un modo per rimediare alle inefficienze dell’amministrazione, ma come un modo nuovo di essere cittadini” cioè essere attivi, responsabili e solidali, uscendo dalla logica della delega. “Bisogna smettere di pensare che ci sarà qualcun altro che si occuperà dei problemi al posto nostro e prendersi cura dei beni comuni, dell’Italia come se fosse casa propria. Il cittadino attivo non è migliore degli altri è semplicemente una persona che ha deciso di assumersi delle responsabilità “.
La mappa dei tesori condivisi
In questi anni Labsus ha approfondito sul piano teorico e su quello pratico, sia quantitativamente che qualitativamente il dibattito sui beni comuni e sul principio di sussidiarietà , maturando un’importante esperienza che si è tradotta nel progetto “L’Italia dei beni comuni”.
Il nostro Laboratorio è consapevole che uno dei principali problemi sia quello di “creare uno spazio di coordinamento”, un portale in cui i cittadini attivi possano comunicare e scambiarsi esperienze, per questo motivo abbiamo messo a disposizione la nostra piattaforma digitale creando “una mappa interattiva per scoprire, promuovere e segnalare storie esemplari di impegno civico“.
Siamo convinti che in un periodo politicamente ed economicamente delicato e al tempo stesso prolifico di buone pratiche e di progetti innovativi “creare una rete di tutte le esperienze farebbe la differenza”.
Arena, presentando la nuova iniziativa, ha tenuto a sottolineare però come siano necessari dei regolamenti comunali che, applicando l’articolo costituzionale 118 ultimo comma, “disciplinino i minuti rapporti tra Comuni e cittadini”, ad esempio prevedendo delle assicurazioni che proteggano i cittadini attivi nelle loro azioni di manutenzione civica. In conclusione l’invito agli amministratori locali è quello di predisporre regole che facilitino il rapporto tra cittadini e amministrazioni affinché i problemi siano risolti insieme, e bisognerebbe sottolineare il termine “insieme”, con la professionalità del soggetto pubblico e le energie del privato cittadino.