Raccolta di saggi sulla democrazia di Norberto Bobbio

l ' utilità  di tale classico del pensiero politico italiano sta nella capacità  di cogliere le caratteristiche della partecipazione indispensabili per la democrazia

Norberto Bobbio nella sua raccolta di saggi ” Il futuro della democrazia ” compie un autentico viaggio in ciò che rappresenta il pensiero democratico. Nessun riferimento esplicito ai beni comuni, ma l’offerta di spunti di riflessione è ampia. A partire dall”inscindibile nesso tra partecipazione e democrazia, l’utilità  di tale classico del pensiero politico italiano sta nella capacità  di cogliere le caratteristiche della prima indispensabili per la seconda. La crisi percepibile nel panorama politico attuale nella sua incapacità  di intercettare le istanze dei cittadini in campi che vanno oltre, al pur fondamentale, ambito economico può essere parzialmente spiegata dalla descrizione fatta dal filosofo italiano della trasformazione che il concetto ha subito nel corso degli ultimi due secoli, o meglio dalle divergenze riscontrabili dall’ideale democratico e ciò che viene definita ” la rozza materia ” , la democrazia empiricamente osservabile.

Democrazia come insieme di regole

Il filosofo politico procede partendo da quella che lui chiama ” definizione minima di democrazia ” , sintetizzabile in tre punti: per democrazia si intende quell’insieme di regole che stabiliscono ” chi ” è autorizzato a prendere le decisioni collettive e con quale procedure; se il chi è individuabile in un numero molto alto di cittadini, le procedure sono molteplici ma intendendo dare una definizione minima Bobbio si concentra sulla regola della maggioranza; l’ ultimo sintetico elemento riguarda infine la possibilità  di scegliere tra alternative reali.

La democrazia sociale

L’aspetto più innovativo riscontrabile nel processo di democratizzazione, osserva Bobbio, non riguarda più chi è chiamato a votare, ma il ” dove ” si è chiamati a farlo. Questo può essere definito come la ” richiesta ed esercizio effettivo di sempre nuova partecipazione ” . Si passa cosìdalla democrazia politica a quella sociale. E’ in questo contesto che si inserisce il discorso sui beni comuni. Azzardando un’ipotesi non constatabile, possono essere proprio i commons l’evoluzione osservata dall’autore nel 1984. E’ proprio in questo ambito che si può realizzare una trasformazione del concetto di democrazia rappresentativa in una forma molto più simile a quell’utopia della democrazia diretta, nel senso inteso da Rousseau e necessitante di alcune particolari condizioni presenti parzialmente nella ” terza via ” indicata dalla Ostrom. Una rilettura dell’autogoverno di risorse collettive sotto l’ottica della filosofia politica.

N.Bobbio, Il futuro della democrazia, nuovo politecnico 141-Einaudi, 1984, Torino