PICA 2012
Dopo il successo della scorsa edizione il Comune di Roma ha deciso di replicare il progetto “PICA – Percorsi innovativi di cittadinanza attiva” mettendo a disposizione circa 25 tirocini retribuiti all’interno dell’amministrazione capitolina.
Sono stati ideati 38 percorsi suddivisi per aree tematiche: ambiente, assistenza e solidarietà , informatica, patrimonio artistico e culturale, protezione, sicurezza e legalità , sviluppo e tutela del territorio, informatica. Mobilità ciclistica sostenibile, accogliere e orientare il cittadino straniero, pubblica amministrazione 2., degenza e conoscenza: la storia di Roma negli ospedali, sicurezza urbana partecipata, la grande viabilità di Roma Capitale, percorsi d’impresa in periferia, Roma ti accoglie; solo per citare alcuni progetti.
Per ogni gruppo di lavoro l’amministrazione ha individuato un tutor che svolge l’attività di guida, programmazione e supervisione dell’attività di tirocinio al termine del quale redige una relazione conclusiva dell’esperienza.
Giovani cittadini attivi ma anche rappresentanti dell’amministrazione romana
All’interno di questi percorsi di cittadinanza attiva, attraverso i quali i tirocinanti si trovano ad operare direttamente sul campo per conto dell’amministrazione capitolina, sono previsti anche dei momenti formativi teorici. L’incontro con gli esperti di Labsus aveva come obiettivo quello di introdurre una nuova chiave di lettura nel concetto di cittadinanza attiva: l’amministrazione condivisa e la cura civica dei beni comuni.
Dopo una necessaria introduzione sulla comunità e i cittadini come soggetti costituzionalmente rilevanti, è stato analizzato il principio di sussidiarietà orizzontale nell’ordinamento italiano, promotore di un nuovo tipo di rapporto tra amministrazioni e cittadini.
I concetti di bene comune e di spazi e servizi pubblici di interesse generale sono stati approfonditi attraverso il commento di alcuni casi pratici di sussidiarietà orizzontale selezionati come particolarmente significativi di un percorso di cura dei beni comuni.
I ragazzi si sono dimostrati interessati alle esperienze di impegno civico catalogate da Labsus ed inserite nella mappa dell’Italia dei beni comuni, apprezzando inoltre il racconto del progetto “Rock your school – Scuola di manutenzione civica dei beni comuni” ideato e realizzato dal nostro Laboratorio in alcune scuole romane.
Durante la mattinata sono stati diversi i momenti di confronto diretto con i partecipanti; attraverso le loro domande sono stati sciolti i nodi più complessi di questo nuovo modo di concepire l’amministrazione e di essere cittadino. La discussione si è particolarmente animata sui temi delle nuove competenze richieste alla pubblica amministrazione, non più solo erogatore di servizi, chiarendo definitivamente l’equivoco in merito al presunto arretramento del perimetro pubblico in luogo dell’attivazione civica.
In molti ci hanno chiesto come realizzare un progetto di manutenzione dei beni comuni insieme all’amministrazione e quali procedure è necessario seguire. Se al momento non è ancora possibile rispondere in modo esauriente a causa dell’assenza di regolamenti locali che regolino i “rapporti minuti” tra cittadini attivi e PA, la ricorrenza di queste domande conferma che la sperimentazione di Labsus in questo senso sia quanto mai necessaria.
Nuove figure professionali per la PA
Nell’ultima parte della giornata un portavoce per ogni gruppo ha presentato sinteticamente il proprio progetto che è stato poi analizzato in un’ottica sussidiaria, individuando ad esempio i beni comuni ed i meta-beni comuni tutelati. Dalle presentazioni dei ragazzi è emersa una profonda voglia di mettersi a disposizione della comunità , seppur con tutti i limiti della situazione economico-sociale contingente, di continuare i programmi anche dopo il tirocinio, ma anche una buona formazione che potrebbe essere messa a frutto dalla pubblica amministrazione per la creazione di figure professionali in grado di “governare con la rete”.
Più volte abbiamo affermato la necessità per le amministrazioni di inserire nei propri organigrammi nuovi profili, soggetti in grado di incentivare le risposte da parte della comunità ai problemi di interesse generale; questo potrebbe rappresentare anche un nuovo sbocco occupazionale per quei giovani che, con approcci diversi, vorrebbero contribuire alla pianificazione delle politiche pubbliche.
” E’ difficile prendersi cura degli altri quando nessuno si prende cura di noi” ha fatto notare infatti una tirocinante orgogliosa e soddisfatta del suo impegno ma quasi rassegnata dalla mancanza di opportunità lavorative, fotografando la condizione di molti ragazzi che rischiano di vedere sprecato il loro potenziale e la loro preparazione.