Nel 1994, in occasione della Conferenza Internazionale su Popolazione e Sviluppo, svoltasi al Cairo, l’Assemblea Generale dell’Onu, la Commissione sui diritti umani e gli stati parte della Conferenza di Rio su ambiente e sviluppo, riconobbero il diritto all’acqua ed ai servizi igienico-sanitari. Più tardi, durante la riunione della Commissione per lo sviluppo sostenibile del 25, gli stati non riuscirono ad accordarsi su quello che viene definito ” right-based approach ” (approccio basato sui diritti): per questa ragione, ancor oggi esistono stati che non si sono attivati concretamente per implementare nei rispettivi ordinamenti nazionali, le misure necessarie a garantire il diritto all’acqua ed ai servizi igienico-sanitari.
L’Iniziativa dei Cittadini Europei
Per sopperire a queste gravi lacune, si è costituito un comitato di cittadini europei, originari di 1 nazioni diverse, che stanno raccogliendo firme per richiedere alla Commissione Europea di impegnarsi nella realizzazione di una normativa che tuteli il diritto all’acqua ed ai servizi igienico sanitari. L’Iniziativa dei Cittadini Europei è uno strumento che è stato introdotto dall’articolo 11, paragrafo 4, del trattato di Lisbona, che esplicitamente prevede che ” Cittadini dell’Unione […] che abbiano la cittadinanza di un numero significativo di Stati membri, possono prendere l’iniziativa d’invitare la Commissione europea […] a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione ” .
A tal fine, il Comitato dei cittadini lavora a stretto contatto con numerose organizzazioni che partecipano attivamente alla campagna, tra le quali Acqua Pubblica Europea, European Anti Poverty Network, European Environmental Bureau, European Public Health Alliance, Public Services International e Women in Europe for a Common Future. Ad oggi la petizione online, aperta a tutti i cittadini dell’Unione Europea, è prossima alla soglia del milione e 25. firme, raccolte anche attraverso le numerose iniziative ed eventi promosse, a livello nazionale, dalle associazioni che partecipano al progetto.
La proposta
La proposta che, se dovesse raggiungere i due milioni di firme entro settembre, verrà portata all’attenzione della Commissione Europea è focalizzata su tre obiettivi fondamentali da realizzare attraverso un programma di azioni articolato in 18 proposte concrete. Nello specifico, l’azione dei cittadini europei intende garantire l’acqua ed i servizi igienico-sanitari su tutto il territorio europeo ed escludere l’eventualità di una liberalizzazione dei servizi idrici. Infine, ampliando la prospettiva, l’iniziativa intende promuovere un maggiore impegno dell’Unione Europea riguardo l’accesso universale all’acqua ed ai servizi igienico-sanitari, includendo il tema nell’ambito delle sue politiche di sviluppo.
Schierata dietro lo slogan ” L’acqua è un diritto non una merce ” , la società civile transnazionale si sta dimostrando capace di impegnarsi congiuntamente per la tutela di beni comuni fondamentali come l’acqua in questo caso. Vale la pena sottolineare che questo tipo di azioni sono in grado di servire contemporaneamente un duplice obiettivo: da un lato si tutela un bene comune essenziale alla vita promuovendone il riconoscimento e la tutela giuridica, dall’altro si contribuisce a creare un senso di cittadinanza europea condivisa, di partecipazione attiva e di legittimazione democratica dell’Unione.