Il cemento da tempo ormai il principale nemico dei siti archeologici e del patrimonio storico, cultare e paesaggistico nazionale. Pochi mesi fa LABSUS aveva riportato il caso della tomba de ” Il Gladiatore ” , Marcus Nonus Mecrinus, minacciata dal cemento e difesa dall’American Institut of Roman Culture: oggi é Ciampino ad vivere un caso analogo, e questa volta sono proprio i cittadini ad attivarsi per difendere un patrimonio culturale che percepiscono come proprio.
Il caso
La villa di Marco Valerio Messalla Corvino, e le sette straordinarie sculture di Niobe che ospita, è stata rinvenuta pochi mesi fa a Ciampino nell’area denominata Muri dei Francesi, già riconosciuta dalla Soprintendenza Archeologica come zona di notevole valore ambientale, paesaggistico, storico e monumentale. Questo luogo, ancora intatto, ha ispirato il circolo letterario di Messalla, frequentato dai più celebri autori classici, tra cui, per l’appunto, Ovidio, che con le sue Metamorfosi ha ispirato le sculture che originariamente circondavano la piscina della villa. Il suggestivo ed evocativo paesaggio è però minacciato dall’edificazione convenzionata: 67. metri cubi di cemento che dovrebbero sorgere ad appena dieci metri dal perimetro del sito archeologico. I cittadini del Comune di Ciampino si sono quindi attivati per tentare di scongiurare quella che risulterebbe essere una violazione evidente del patrimonio paesaggistico comune.
Le richieste
Attraverso la petizione, disponibile online, i cittadini chiedono al Ministero un impegno concreto rispetto alla messa in sicurezza di quanto rimane del Portale secentesco, nonché di provvedere alla sua ricostruzione ed al blocco delle attività di costruzione a ridosso dei beni rinvenuti. Mettendo in pratica queste misure si darebbe piena attuazione ai dettami dell’articolo 9 della Costituzione: “La Repubblica […] Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Ed è proprio alla luce dei dettami costituzionali che la petizione si spinge ad ampliare la propria richiesta in un ottica che guarda all’insieme dell’area, invece che al singolo sito archeologico. Alla luce della più recente disciplina legislativa, infatti, il paesaggio è ” una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interazioni ” (D.lgs. 22 gennaio 24, n.42). Appare quindi giustificata e legittima la richiesta dei cittadini che rivendicano la volontà che ” l’intera area del Parco dei Casali sia destinata alla città come patrimonio intangibile da salvare senza cedere a derive speculative che compromettono per sempre la ricchezza del territorio ” .
Fatte salve le consuete considerazioni sullo svilimento di beni culturali ed archeologici, vale la pena guardare con ottimismo all’attivazione dei cittadini di Ciampino, in grado di riconoscere come proprio il valore del paesaggio e di attivarsi a difesa di questo bene comune al contempo intangibile ed inestimabile.