Metodologia dello scambio
Sarà un evento dedicato all’high tech quello organizzato da Dropis per il 2 aprile a Roma, presso il The Hub nel quartiere San Lorenzo. I romani Sebastiano Scròfina e Leonardo Dario Perna convincono con la loro idea, nata nel 212: unire il concetto di baratto con quello di credito virtuale e applicarlo a varie tipologie di oggetti. Il sistema si basa sul dropis, moneta virtuale che converte il valore di un oggetto 1 dropis equivalente a un euro: un oggetto risulta quindi convertibile in crediti virtuali, i quali sono spendibili per l’acquisto di altri oggetti del medesimo valore.
Il debutto in pubblico di Dropis è avvenuto il 23 e 24 febbraio presso il The Hub, vedendo la partecipazione di centocinquanta persone e lo scambio di circa mille pezzi tra capi di abbigliamento, accessori e apparecchiature tecnologiche. Nuova visibilità è stata avuta con la festa del baratto tenutasi al Mò Mò Republic, nella capitale, il 24 marzo, con l’ampliamento del’offerta a cellulari, tablet, computer, quindi con un maggiore valore in crediti.
Potenzialità nella crisi odierna
La rete del baratto si poggia su due pilastri: il reinserimento del bene oggetto di scambio nel circuito sociale, un suo riutilizzo evitando cosìil destino di essere un rifiuto, e la possibilità data a chi è sprovvisto di denaro di poter essere utile agli altri, tramite il credito virtuale. Scròfina stesso vede delle potenzialità che surclassano l’utilizzo del dropis solo per oggetti, portando il discorso sul piano delle capacità del singolo intese come professionalità a livello sociale: “lo scambio di servizi e competenze beneficerà del dropis, grazie alla possibilità di far circolare risorse professionali e umane”. Non appare infatti cosìazzardata la visione del credito virtuale come remunerazione e successivo strumento di scambio per lavori effettuati.
Nuovi valori
Questo filone di economia alternativa si innesta sulla cooperazione orizzontale, intesa come occasione importante soprattutto in questo momento di stallo del sistema, per rendere fruttuose le reti dei cittadini, tramite la malleabilità offerta dai social network e le innumerevoli applicazioni insite nella tecnologia. Il sistema che si crea su questi presupposti ha in sè una forte carica innovativa: oltre a sostenersi tramite un network di piattaforme online su cui operare il baratto, rimette in discussione il legame tra l’oggetto e il suo valore, introducendo l’idea di utilità e di salvaguardia ambientale. Tale filosofia è ben espressa da Luca Leoni, fondatore nel 211 dell’eco-store Reoose: “per noi il punto di partenza è il baratto, perchè permette all’oggetto di diventare moneta. La novità del nostro sistema è che, oltre a introdurre il concetto di crediti, fornisce una valutazione dell’oggetto elaborata in modo indipendente dai valori imposti dai brand. […] Per noi sono oggetti risparmiati all’ambiente”.