Dai dati raccolti, emerge che nel 212 è proseguito il calo dei consumi energetici, con una conseguente riduzione delle tonnellate di CO2 emesse (-5% rispetto al 199), accompagnato ad una crescita delle rinnovabili, che ora sono in grado di sopperire al 13,3% del consumo nazionale, cosìcome confermato anche dal rapporto che Legambiente ha specificamente dedicato al tema (“Comuni rinnovabili 213”).
Al contempo cresce l’abusivismo edilizio (+ 8% di infrazioni rispetto al 21), il business delle ecomafie (+14%) ed i fenomeni meteorici estremi in grado di causare dissesti idrogeologici, soprattutto in un contesto in cui sono scarsi gli investimenti in prevenzione.
Attraverso questi e molti altri dati, il rapporto dipinge il quadro di un’Italia schizofrenica, divisa tra esperienze di eccellenza (energie rinnovabili, riduzione delle emissioni di gas serra) e casi di preoccupante degrado socio-ambientale (abusivismo edilizio, raccolta differenziata carente). Il bilancio finale purtroppo risulta negativo, cosìcome ci si poteva aspettare a fronte di più di 1 anni di “non governo” del territorio.
Le proposte
L’obiettivo di questo rapporto non è però quello di denunciare lo stato in cui malversa l’Italia, quanto, piuttosto, a fronte della consapevolezza maturata rispetto alle criticità nazionali, avanzare proposte concrete per avviare un’economia low carbon, attenta ai bisogni ed alle potenzialità del territorio e delle persone.
Cinque sono gli interventi che Legambiente segnala come indispensabili per cambiare il futuro:
1) “Ridisegnare la fiscalità per spingere l’innovazione ambientale a creare lavoro”, 2) “Fermare le ecomafie”, 3) “Rilanciare gli investimenti per rimettere in moto il Paese”, 4) “Premiare l’autoproduzione energetica da rinnovabili e la riqualificazione del patrimonio edilizio” e 5) “Mettere al centro le città “.
Premi fiscali all’efficienza energetica ed allo scambio in rete, sanzioni penali per i danni ambientali, ed un riposizionamento delle priorità nella spesa pubblica sono gli strumenti attraverso i quali avviare processi di riqualificazione socio-ambientale in grado di rilanciare la competitività dell’economia territoriale, in una prospettiva di lungo periodo.