Un notevole risparmio economico annuale e il contributo alla salute dell’ambiente; questi sono i risultati conseguiti dalla cooperativa di pescatori di Trieste che ha scelto di utilizzare l’olio alimentare esausto raccolto nella città per alimentare i pescherecci.
L’olio esausto: una risorsa inutilizzata
L’olio alimentare o l’olio da motore usato è un fattore fortemente inquinante per l’ambiente, che nasconde un grande potenziale perché può essere rigenerato e utilizzato nella produzione di bio carburante. In molti hanno deciso di sfruttare questa risorsa: la piattaforma “stay Green oil” mette in comunicazione domanda e offerta di olio esausto. A Londra, una centrale elettrica si alimenta con olio esausto e grassi di scarto provenienti soprattutto dalle molte catene di ristoranti e fast food presenti nella capitale inglese. In questo modo, si possono ridurre i rifiuti per produrre altra energia, attivando un circolo “virtuoso” per gli abitanti della città e per l’ambiente. Già da qualche tempo, nelle città di Napoli, Roma e anche in Comuni più piccoli come Albano e Corchiano esistono punti di raccolta dell’olio alimentare usato.
Oltre la raccolta differenziata
I pescatori della città di Trieste non sono i soli cittadini a essersi resi protagonisti di un’attività di riutilizzo dell’olio esausto. I cittadini del Comune di Corchiano, vincitore del premio Comuni virtuosi nel 21 hanno avviato la raccolta differenziata dell’olio esausto attraverso la Bottega delle buone pratiche locali. Dopo aver subito la consueta procedura di rigenerazione, l’olio esausto viene utilizzato come bio carburante per alimentare lo scuolabus. Un’altra delle attività che mette il risparmio energetico al centro di un rapporto forte e benefico tra cittadini e amministrazione. Attraverso azioni semplici ma efficaci i cittadini possono perseguire obiettivi di interesse generale, attivando quella che su Labsus è stata definita sussidiarietà quotidiana.
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