Il progetto dell’Hub multiculturale si innesta in un percorso che vede protagonisti numerosi soggetti, provenienti da diversi settori della società . L’iniziativa delle Fondazioni Vodafone, Umana mente e Intesa San Paolo, che ha portato alla costituzione dell’Hub nella sede di Via Cecchi, prese spunto dalla convinzione che le energie del Terzo settore, se messe a sistema, possano apportare un contributo significativo per l’inclusione sociale e la riqualificazione urbana. L’idea delle Fondazioni ha trovato nella Città di Torino terreno fertile: il Comune, infatti, proprio in quegli anni stava operando un potenziamento delle politiche giovanili. Nel 2009 viene quindi firmato un Protocollo d’Intesa che vede le istituzioni, le imprese e i cittadini mettersi in rete per un progetto di rigenerazione urbana che facesse leva sull’ integrazione e il protagonismo giovanile.
La storia
L’ Associazione Il Campanile è un’associazione fortemente radicata nel territorio, che si impegna da anni per la comunità Torinese nella convinzione dell’importanza che riveste per i cittadini l’esistenza di uno spazio nel quale i ragazzi possano passare il loro tempo libero e che offra l’opportunità di partecipare ad attività che favoriscono interfacciarsi di realtà ed età differenti. L’associazione è stata individuata come capofila del progetto delle Fondazioni e del Comune, proprio sulla base della sua esperienza diretta sul territorio. Con la delibera 2539/5 del 2009, l’Associazione si impegna, con il sostegno delle Fondazioni, per a creare l’Hub Multiculturale Cecchi Point. Le Fondazioni hanno messo a disposizione le risorse necessarie per la ristrutturazione degli spazi di Via Cecchi, sede dell’Hub. Il compendio immobiliare, di proprietà del Comune, versava in uno stato di abbandono e il Comune aveva intenzione di riqualificarlo per farne un catalizzatore delle energie del quartiere, un centro propulsore della creatività e della socialità .
Nel 2001 viene firmata una Convenzione tra la Circoscrizione 7 e l’associazione Il Campanile inerente l’uso degli spazi di Via Cecchi. Oltre a poter contare sul sostegno del Comune e su quello delle Fondazioni, l’Hub si autosostenta: a Via Cecchi si possono trovare, infatti, un bar, un ristorante e altre attività remunerative. I proventi sono devoluti all’autofinanziamento. Ma queste non sono solo attività commerciali, perché rappresentano per i frequentatori dell’Hub occasioni preziose di incontro e dialogo.
Le attività del Cecchi, all’insegna della creatività
La parte predominante delle attività dell’Hun Cecchi è quella educativa; anche il “filone teatrale” è molto forte, oltre ovviamente agli sforzi dedicati all’affermazione del multiculturalismo: “Il quartiere è un quartiere multietnico. In questi spazi si cerca di offrire un punto di incontro a tutte queste realtà “, come ci racconta Simona Guandalini. Il tempo e le competenze messe a disposizione dai volontari sono fondamentali per la vita dell’Hub, e la varietà dei servizi offerti promuove lo scambio e la conoscenza di sempre nuove esperienze: attraverso spettacoli, conferenze, feste, mostre, doposcuola, laboratori si cerca di incentivare la partecipazione del maggior numero possibile di persone, favorendo il mutuo apprendimento attraverso l’interazione continua tra contesti anche molto diversi.
L’Hub cecchi è ancora molto giovane, ma ha già prodotto un impatto positivo sulla realtà Torinese: la speranza è che possa continuare ad animare la vita del Borgo Aurora, mescolando le culture presenti nel contesto locale per diventare un modello replicabile in altre realtà .
Nel 2013, il Comune ha rinnovato l’impegno con l’associazione, mettendo a disposizione gratuita dell’associazione gli spazi di Via Checchi per 10 anni.
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