Per una corretta gestione dei rifiuti occorre un intervento alla base, nella produzione, nella distribuzione e nel consumo dei beni: è questo il pensiero su cui si fonda il Premio nazionale sulla riduzione dei rifiuti, che terminerà il 16 gennaio a Roma con la premiazione dei progetti più virtuosi.
Con il Premio nazionale sulla prevenzione dei rifiuti, Federambiente e Legambiente intendono sottolineare come una più attenta gestione dei rifiuti comporti non soltanto guadagni in termini economici ma anche un netto miglioramento della qualità dell’ambiente incentivando lo sviluppo e la ricerca. La riduzione dei rifiuti implica, infatti, la produzione di beni durevoli, realizzati con materiali naturali e facilmente riciclabili. Il premio rappresenta l’attuazione, a livello nazionale, di una serie di direttive comunitarie, tra cui la direttiva 98/2008/Ce che introduce l’obbligo per i Paesi membri di elaborare programmi per la prevenzione dei rifiuti.
Riduzione dei rifiuti e sviluppo economico
” La prevenzione dei rifiuti rappresenta un ponte tra il mondo dei rifiuti e il sistema di produzione e consumo che ne è a monte ” , si può leggere nel programma della premiazione. ” Riguarda da vicino la gestione dei rifiuti e al tempo stesso fa parte di una più ampia strategia di sviluppo economico, industriale, culturale e ambientale che interessa l’uso efficiente delle nostre risorse ” .
Il premio ha come obiettivo quello di favorire e trasmettere le iniziative tese alla riduzione degli impatti ambientali diminuendo i rifiuti prodotti e riciclando i materiali utilizzati o prolungandone l’uso.
” L’Italia è ancora indietro sul fronte della prevenzione e riduzione dei rifiuti ” , sostiene Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente. ” Nel nostro Paese le buone esperienze e i risultati ambientali ci sono (…) però bisogna ancora fare molto, perché la diffusione delle buone pratiche locali da sola non basta. Il Paese ha bisogno di un serio programma nazionale di prevenzione che obblighi il mondo della produzione e della distribuzione a cambiare rotta riducendo la produzione di rifiuti, com’è riuscita a fare la Germania, utilizzando anche la leva economica ” .
La valutazione dei progetti
Le iniziative, presentate entro il termine perentorio del 30 settembre 2013, sono state valutate da una commissione composta, oltre che dai rappresentanti di Federambiente e Legambiente, da delegati del Ministero dell’Ambiente, del Ministero dello sviluppo economico, dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nonché da esponenti del mondo accademico e della ricerca, da rappresentanti parlamentari, regionali e dell’Anci.
I progetti sono stati valutati attraverso precisi criteri: l’impatto ambientale, l’efficacia nell’ambito economico-sociale (in particolar modo per la possibilità di creazione di nuovi posti di lavoro), l’efficacia culturale, l’accuratezza nella presentazione dei risultati attesi o raggiunti, la diffusione territoriale, la replicabilità e la durata.
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