Le oramai vicine elezioni europee stanno costituendo un vero e proprio banco di prova per questa Unione Europea che fatica a ri-conquistare la fiducia persa dei suoi cittadini.
Il dibattito tenutosi nella sera del 15 maggio in eurovisione a Bruxelles testimonia l’incredibile novità di quest’anno e i continui tentativi che l’Unione sta cercando di fare per avvicinarsi ai cittadini europei. Per la prima volta dall’approvazione del Trattato di Lisbona, le istituzioni si stanno muovendo per dare effettiva applicazione all’aspetto importante e nuovo del documento, ovvero l’art. 17 par 7, riguardante il procedimento di nomina del Presidente della Commissione Europea: il Parlamento Europeo, su proposta del Consiglio Europeo e tenuto conto degli esiti elettorali, elegge un candidato alla carica di Presidente della Commissione Europea.
L’Unione Europea, durante questi ultimi giorni di campagna elettorale, sta facendo il possibile per tentare di ridurre il deficit di comunicazione che la contraddistingue: il dibattito è stata un’occasione per avvicinare quanto più possibile i cittadini elettori a conoscere il proprio candidato.
Al dibattito, trasmesso in tutti gli Stati Membri, hanno preso parte i cinque candidati alla Presidenza della Commissione: Martin Schulz (PSE), Ska Keller (Verdi), Alexis Tsipras (Sinistra Europea), Jean Claude Junker (PPE) e Guy Verhofstadt (ALDE).
I candidati hanno avuto modo di confrontarsi rispondendo alle domande che i cittadini hanno potuto rivolgere loro attraverso i social media utilizzando l’hashtag #TellEurope.
I temi affrontati sono quelli più cari all’Unione, ma soprattutto più cari ai cittadini europei: il problema degli attuali 6 milioni di giovani disoccupati, le politiche di austerity, il sistema bancario, la giustizia europea, lotta all’evasione fiscale, l’immigrazione, l’euroscetticismo e il futuro delle prossime generazioni.
I candidati hanno espresso le proprie posizioni e i punti dei propri programmi che desiderano mettere in pratica attraverso dei messaggi chiari e semplici rivolti al cittadino; dal dibattito è emerso quella che può essere definita come la chiave comune dei futuri progetti della nuova Commissione, al di là del suo colore politico: porre al centro delle nuove politiche gli interessi dei cittadini, affinché possa ritornare a vivere in una Europa mossa da ideali di solidarietà e benessere del singolo individuo.
Le posizioni
Pur convergendo su alcuni punti, i singoli candidati hanno poi dichiarato espressamente le proprie posizioni sui temi affrontati.
Ska Keller ha parlato di un’economia sostenibile e più verde, come chiave di volta per combattere l’austerity e la disoccupazione giovanile, creando un’occupazione sostenibile e generando posti di lavoro a lungo termine.
Martin Schulz ha messo l’accento sugli investimenti strategici, puntando a combattere l’evasione e l’elusione fiscali, affinché i soldi dell’Unione Europea siano co-gestiti con quelli riservati agli investimenti per le piccole e medie imprese con agevolazioni sui tassi di interesse per chi assume i giovani.
Alexis Tsipras ha parlato di coesione sociale come spunto per abbattere la ” paranoia del debito pubblico ” , promuovendo la realizzazione di una conferenza europea sul debito pubblico e adottando decisioni forti per sostenere il lavoro attraverso lo sviluppo.
Junker e Verhofstadt si sono mostrati più rigorosi, puntando rispettivamente l’uno sugli investimenti, rimettendo in ordine le finanze pubbliche e adottando politiche rigorose di risanamento per combattere la disoccupazione, l’altro sulla disciplina fiscale che garantisca una crescita a lungo e medio termine e sulle vecchie ricette di Delors che garantiscano un’ondata di integrazione con l’obiettivo di coinvolgere i mercati.
Sui temi più sensibili, quali immigrazione ed euroscetticismo, hanno poi rivelato delle posizioni più o meno affini, convergendo su quello che è l’obiettivo comune: più fiducia, più Europa.
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