Il 25 Maggio alle 23.00 l’Italia ha chiuso le porte dei seggi europei e la ” European Night Election ” ha tirato fuori le somme: la vittoria delle forze aderenti al EPP Group, seguiti dal primo gruppo numeroso, quello dei Socialisti e Democratici (S&D).
Dalle Elezioni Europee è emerso però un quadro preoccupante precedentemente previsto: l’avanzata dei movimenti euroscettici che, rispetto al 2009, hanno guadagnato qualche seggio in più in seno al Parlamento Europeo, moltiplicandosi da 56 a 108.
Certamente dei dati allarmanti che riflettono le considerazioni avanzate, soprattutto nell’ultimo anno, circa la difficoltà dell’Unione Europea e delle sue istituzioni di riconquistare la fiducia persa nei confronti dei cittadini europei.
Le proiezioni elettorali, ancora prima degli exit polls, hanno messo chiaramente in evidenza l’opinione pubblica europea sull’Unione Europea in generale: non solo i partiti euroscettici hanno portato l’anti-europeismo in Europa, ma dai risultati è emerso come il cittadino abbia riscontrato serie difficoltà ad esprimere il proprio voto in questo clima di ” anti-fiducia europea ” .
Nonostante i Paesi Europei abbiano, nel complesso, partecipato solo marginalmente a queste elezioni europee, l’Italia ha mantenuto la propria storica posizione di Paese eurottimista: i dati finali sulle affluenze alle urne nei diversi Stati membri hanno dimostrato, infatti, come l’Italia, assieme al Belgio, sia stato il Paese che ha registrato circa il 60% di partecipazione elettorale.
Rimane un dato molto importante, poiché, assieme ai dati complessivi dei Paesi dell’Unione, ci consente di carpire gli aspetti sia positivi che negativi di queste Elezioni Europee 2014: positivo, in quanto permane un punto fermo a favore del prossimo Semestre Europeo Italiano; ma negativo, per via del calo di affluenza che si registra rispetto ai primi anni di voto europeo.
Dal 1979 a oggi
Il Parlamento Europeo, nei giorni successivi al 25 Maggio, ha pubblicato un’importante infografica che illustra il calo di partecipazione (connesso al calo di fiducia) che l’Unione Europea ha subito dal 1979 a oggi: i dati mettono in luce, infatti, come l’entusiasmo dell’Europa dei 9 della prima tornata elettorale (61,99%) si sia scontrato con l’attuale sentimento freddo dell’Europa dei 28 (43,09%).
I dati dell’infografica evidenziano chiaramente la battuta d’arresto che ha subito e continua a subire, ora più che mai, l’Unione Europea in termini di processo di integrazione: l’Unione e le sue istituzioni hanno bisogno di ripartire e dare una più e consolidata impostazione ad un un nuovo progetto europeo che metta al centro dell’Europa l’invididuo-cittadino.
L’Unione ha adesso il tempo per riorganizzare, a piccoli passi, il proprio assetto per ridimensionare il deficit democratico e far ripartire il processo di integrazione che dai primi anni della sua costituzione ha coinvolto ed entusiasmato i cittadini europei.
Il prossimo banco di prova sarà costituito dalla riunione del Consiglio Europeo che si terrà dal 14 al 17 Luglio: l’Unione avrà cosìuna nuova e ulteriore possibilità di concedere credibilità alle proprie istituzioni, eleggendo il prossimo presidente della Commissione Europea con il voto favorevole di più della metà dei deputati (376).
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