Il documentario di Giusy Buccheri e Michele Citoni sarà  presentato domenica 18 maggio

" Desidero essere me stessa, senza dover rappresentare una comunità  intera, un gruppo o una generazione "

Si è aperta la IX edizione del Roma Tre Film Festival che si svolgerà  dal 15 al 23 maggio, l’evento dedicato al cinema, al teatro, alla musica ed alle arti digitali. Nel corso della manifestazione verrà  presentato il documentario “Il futuro è troppo grande” , con la regia di Giusy Buccheri e Michele Citoni: la proiezione si svolgerà  domenica 18 maggio al Teatro Palladium, in piazza Bartolomeo Romano 8, alle ore 18. Promosso da Rete G2 il film è un lungo viaggio nella vita di giovani di seconda generazione, quei cittadini di fatto, ma non di diritto che condividono la nostra quotidianità  tra gioie e limitazioni, tra speranze e pensieri. Il documentario non vuole tuttavia essere la vetrina di un dibattito giuridico: esso è una storia, tante storie vecchie e nuove che si intrecciano nella diversità  e nel comune desiderio di cittadinanza. E’ il frutto di un lavoro durato più di due anni, che mette in luce i tratti di un’Italia “altra” , in un connubio di culture che talvolta si scontrano per poi incontrarsi nuovamente nella ” normalità  ” .

I cittadini “non italiani”

“Desidero essere me stessa, senza dover rappresentare una comunità  intera, un gruppo o una generazione” : sono le parole di Zhanxing Xu, protagonista del film insieme a Re Salvador. E’ attraverso le riprese amatoriali dei due ragazzi, attraverso le loro riflessioni, che prende vita il documentario riconosciuto dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) “opera di rilievo nell’ambito delle attività  di prevenzione e contrasto delle discriminazioni razziali”. Il film è stato patrocinato dal Ministero per l’Integrazione, dall’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, dall’OIM-Organizzazione Internazionale delle Migrazioni e dall’Ambasciata della Repubblica delle Filippine. E’ una grande esperienza che offre molti spunti di riflessione, che apre a mille domande rimaste ancora irrisolte, è uno sguardo attento e acuto che può spalancare le porte di un mondo per molti sconosciuto. Come si legge nel sito del progetto, ” le esperienze di giovani di seconda generazione come Re e Zhanxing, per certi versi ‘normali’, sono per altri versi storie ‘nuove’ che continuamente arricchiscono e mutano il significato dell’essere italiani. Avvicinarsi ad alcune di esse rende possibile comprendere meglio il paese in cui viviamo cogliendone la complessità  evolutiva: esso non ‘ospita’ degli altri, ma  è già  altro, e diventa qualcos’altro continuamente”.

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