Si tratta della scuola comunale più antica di Ferrara, l’unica situata dentro le mura della città e al momento anche la più grande, con ben 150 bambini iscritti. Nel maggio del 2012 la struttura è stata notevolmente colpita dal sisma dell’Emilia-Romagna, subendo danni rilevanti anche nelle aree esterne: in seguito al terremoto si è cosìsentita ancora più impellente la necessità di ripristinare e migliorare il giardino maggiore, che già da tempo richiedeva opportuni interventi di riqualificazione.
La genesi del progetto: de necessitate virtutem
Come ci racconta la coordinatrice pedagogica Cristina Fabbri, il giardino ” privo di manto erboso, si trasforma in un’area fangosa quando piove, mentre la pendenza del terreno trascina melma verso il marciapiedi esterno, creando disagio anche ai passanti. Nelle belle giornate, al contrario, il terreno ormai secco e privo di erba solleva nuvole di polvere insalubri per tutti i bambini, in particolare se in presenza di disturbi respiratori come l’asma ” . Nel corso dell’anno scolastico 2012-2013 si costituisce allora un gruppo base formato da genitori e insegnanti, che sin dal principio vede nell’approccio partecipativo il percorso strategico da seguire per un progetto di successo. ” La necessità di una progettazione condivisa è forte, nel senso che trattiamo con un ambiente scolastico dove le insegnanti, ausiliarie ed i bambini sono i protagonisti e chi meglio di loro può descriverci come vorrebbero migliorare il loro giardino? ” sottolinea la presidente del Consiglio di Partecipazione della scuola Marcella Pirazzoli.
Un progetto condiviso step by step: ma con quali risorse?
” Quando non esiste più il potere perché tutti sono direttamente ed egualmente coinvolti nel processo delle decisioni, l’utopia diventa realtà e l’architettura si pone al centro tra l’uomo e l’ambiente, con il solo obiettivo di definire un grado di trasformabilità compatibile ” : presa in prestito dal pioniere della progettazione partecipata, l’architetto Giancarlo De Carlo, la citazione è stata scelta dal gruppo di lavoro come fonte d’ispirazione e principio guida dell’esperimento. Non stupisce allora che l’approccio partecipativo qualifichi l’iniziativa sin dalle prime fasi di analisi delle criticità e di pianificazione: dai bambini alle famiglie, dagli insegnanti alle istituzioni locali, sono tutti coinvolti. E cosìpure il nome, ” Giardino in movimento ” , è frutto di una scelta congiunta di bambini ed insegnanti, per sottolineare il continuo processo di cura e attenzione verso un bene comune, ma anche per evocare la vivacità del gioco all’aria aperta. Mentre i bambini sono ingaggiati per prendere le misure del giardino, ma anche e soprattutto per esprimere le loro preferenze e idee, l’Ufficio Verde e la Circoscrizione 1 del Comune di Ferrara hanno messo a disposizione le risorse economiche sinora necessarie. Ma il progetto prevede la collaborazione di ulteriori partner, non solo pubblici (come l’Ufficio manutenzione scuole e fabbricati), ma anche privati (Amsefc S.p.a.) e del Terzo Settore, tra cui la cooperativa sociale ” La Città Verde ” , la fondazione Niccolini e l’associazione ” A coda alta ” .
Nel marzo 2013 partono cosìi primi lavori di riqualificazione dell’area, dando il via alla creazione di un’area per l’orto e a zone gioco diversificate, oltre alla ” sistemazione dei giochi danneggiati, ad uno scivolo nuovo con copertura anti-trauma, i percorsi delle siepi e i tappeti erbosi, una piccola pedana come anfiteatro e il miglioramento del drenaggio ” . Parte rilevante del progetto è poi l’inserimento di una nuova attività di partecipazione, ” un Piano di manutenzione partecipato che ogni anno sarà programmato in forma condivisa da tutte le sezioni della scuola e poi attuato in forma di giornate dedicate al giardino, cui parteciperanno anche le famiglie ” , spiega la coordinatrice.
Le risorse non finanziarie che fanno la differenza
Se il termine previsto per l’esecuzione delle operazioni di riqualificazione è il 2015, l’obiettivo ultimo consiste nella sostenibilità della collaborazione tra Scuola e famiglie, una collaborazione che si mantenga viva anche al cambiare di utenti e insegnanti. ” Il team ha diversi architetti , urbanisti e facilitatori al suo interno. Si tratta di approcci volti a migliorare la realtà in cui viviamo partendo da essa e restando in ascolto, proponendo soluzioni condivise ma sopratutto attraverso la capacità che ciascuno ha di dare ” suggerisce ancora Marcella Pirazzoli.
Il successo di Giardino in movimento è ora dimostrato dall’entusiasmo e dalla forte partecipazione dei genitori, ognuno offrendo le proprie disponibilità di tempo, ma anche conoscenze e competenze tecniche. Come effetto domino virtuoso, l’interesse verso l’iniziativa ha spinto molti cittadini ad attivarsi e si pensa già ad un’associazione che collabori con amministrazione e istituzione scolastica per un regolamento incentivante delle buone prassi.
Nell’ambito del progetto ” Città civili dell’Emilia Romagna ” , il Giardino in movimento è stato inserito come buona pratica all’interno dell’Agenda BRENDA, redatta annualmente dal Servizio Comunicazione, Educazione alla Sostenibilità e Strumenti di Partecipazione della Regione.
LEGGI ANCHE:
- La cultura della collaborazione
- Rock your School: gli studenti si prendono cura della città , il Comune di Roma li premia
- A Roma il I Municipio si schiera con le ” Scuole aperte ”
- Milano, genitori attivi per il cortile della scuola