Si è aperto in anticipo quello che potremmo definire ” l’autunno caldo del regolamento ” , dopo le esperienze di Bologna e di Siena diverse amministrazioni hanno già approvato (è il caso di Ivrea, Chieri e Asciano) o hanno avviato l’iter per l’approvazione di un regolamento sull’amministrazione condivisa dei beni comuni (L’Aquila, Bari, Catanzaro, Acireale e Cortona) che si ispira al testo realizzato dal Laboratorio per la sussidiarietà .
Abbiamo chiesto all’assessore Brandi un aggiornamento sul percorso intrapreso a Bari: ” La proposta è stata portata in giunta con una delibera di indirizzo che poi è stata passata ai presidenti dei municipi e trasmessa alle associazioni interessate. Abbiamo dato delle tempistiche brevi (circa 20 giorni) per ricevere delle risposte in merito. Una volta ricevute tutte le risposte completeremo il percorso partecipato con le associazioni che si sono interessate di rigenerazione urbana e concluderemo il percorso riportando in giunta quella che sarà la delibera definitiva per il successivo passaggio in consiglio, in modo che quest’ultimo accetti le linee programmatiche che abbiamo stabilito per la rigenerazione urbana. Ovviamente per far questo abbiamo preso uno spunto importante dalla programmazione che è stata fatta a Bologna perché la riteniamo una fonte molto attendibile ” .
Brandi precisa che sono state comunque apportate delle ” modifiche perché ovviamente il testo deve essere implementato con le necessità del territorio barese ” .
Abbiamo poi domandato, considerate le pre-esistenti esperienze di cittadinanza attiva e di cura dei beni comuni a Bari, quale sia il vantaggio di dotarsi di un regolamento. ” Ho l’impressione – sostiene l’assessore – che avere un regolamento offrirebbe un vantaggio nella programmazione poiché ritengo che la vita di una città sia perennemente in itinere e che quindi sia necessario confrontarsi continuamente con i cittadini per capire come cambiano le esigenze e come cambiano le richieste. Tracciare delle linee programmatiche attraverso un regolamento serve a dare una base dalla quale partire fermo restando che poi le situazioni vanno adeguate volta per volta. Fino ad oggi tutte le azioni di rigenerazione attraverso partecipazione sono state fatte man mano che veniva segnalato un particolare immobile da riqualificare, piuttosto che un altro spazio. C’è bisogno di avere delle linee comuni che riguardino tutta la città e poi, caso per caso, intervenire in maniera diversa a seconda delle necessità . Penso che vada dato un orientamento altrimenti ci troveremo nelle condizioni di aver attuato degli interventi mirati ad un determinato immobile e non tanto alle esigenze di tutta la città . Come assessore al Patrimonio sto portando avanti un lavoro di razionalizzazione con riferimento alle esigenze di tutta la città , fino a questo momento sono state fatte solo delle riqualificazioni spot che guardavano al singolo municipio, c’è invece bisogno di una visione d’insieme ” .
In riferimento alla creazione di un ufficio ad hoc per l’attuazione del regolamento Vincenzo Brandi ha specificato: ” Pensiamo alla creazione di un ufficio all’interno dello stesso assessorato al Patrimonio perché non voglio creare strutture che diventino asettiche che non siano inserite all’interno del contesto cittadino. Ci è stato chiesto di creare un ufficio che si occupasse solo della rigenerazione partecipata, ho risposto di essere disposto a farlo solo se sarà parte integrante dell’assessorato altrimenti c’è il rischio di creare i soliti uffici, i cosiddetti tavoli di concertazione, che non sono calati nella realtà del patrimonio. L’assessorato è il contenitore ideale per gestire queste situazioni ” .
In allegato la bozza del Regolamento sull’amministrazione condivisa dei beni comuni proposta a Bari.
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