Il nuovo Quaderno Cesvot

L ' agricoltura sociale è una pratica solo parzialmente nuova, una retro-innovazione, che associa tradizioni e stili propri delle comunità  rurali tradizionali a bisogni della società  contemporanee

Il Quaderno nasce da un progetto avviato nel 2012 che ha coinvolto  64 associazioni toscane  attraverso focus group sul territorio, questionari, incontri formativi. Un  progetto articolato in tre diverse fasi di monitoraggio, formazione e consulenza  che per la prima volta in Toscana ha permesso alle associazioni di volontariato di  ‘fare rete’ e scambiare anche con altri soggetti del territorio idee, esperienze e buone pratiche di agricoltura sociale.

Quando si parla di innovazione sociale si fa riferimento a processi volti a generare  una crescita inclusiva, intelligente e sostenibile (Europa 2020). Come si legge nel rapporto, alla base di percorsi di innovazione sociale c’è un diverso coinvolgimento della società  civile e della responsabilità  delle imprese, ma anche un diverso modo di operare delle pubbliche amministrazioni, come dei soggetti istituzionali nell’operare congiuntamente verso una diversa coniugazione della produzione di beni pubblici e privati. L’agricoltura sociale, per le pratiche che mette in atto, le relazioni che ne derivano, è un processo di innovazione sociale

Le finalità 

Un’associazione può operare in agricoltura sociale secondo almeno  tre approcci,  che prevedono un diverso ruolo e impegno del volontariato.

  1. il primo guarda all’agricoltura sociale come una pratica volta a rafforzare l’azione tradizionale del volontariato, dell’assistere e del dare supporto a persone più deboli.
  2. un secondo è quello che vede le pratiche di agricoltura sociale organizzate come servizi innovativi da parte di soggetti che, in questo modo, riescono meglio a interloquire con il mondo dei servizi socio-sanitari, attraverso una ragione sociale, quella dell’associazionismo e del non profit, che consente di praticare attività  per loro natura, al limite tra più settori (agricolo, dell’educazione, del sociale, delle azioni sanitarie). In questo caso un’azione professionalmente competente nell’uso degli animali e delle piante a fine co-terapeutico prende la forma di un servizio strutturato che, normalmente, viene offerto ai servizi pubblici come alle famiglie nei termini vicini a quelli di una prestazione (ad esempio ciò ricorre spesso nel caso di attività  di ippoterapia);
  3. un terzo, appare innovativo nei principi come nel ruolo giocato dal volontariato e promuove, in una logica di giustizia sociale e di sussidiarietà  tra una pluralità  di attori pubblici e privati, tra cui anche il privato di impresa, un modo nuovo di co-produrre, allo stesso tempo, valori economici e valori sociali;

A queste si aggiunge una quarta possibilità , quella che vede il volontariato modificare la propria missione per farsi impresa sociale. Questo è un passaggio che ha una sua ulteriore complessità  in termini di obiettivi, e investimenti materiali ed immateriali da compiere.

Esperienze

L’agricoltura sociale è una pratica solo parzialmente nuova, una retro-innovazione, che associa tradizioni e stili propri delle comunità  rurali tradizionali a bisogni della società  contemporanea. Oltre ai casi analizzati nel volume, l’agricoltura sociale si sta diffondendo in tutta Italia. Quest’estate la Camera ha approvato la legge sull’agricoltura sociale che in autunno sarà  al Senato; il Comune di Roma ha emanato il bando ” Terre pubbliche ai giovani agricoltori”, esperienze alle quali si aggiungono altri casi in tutta Italia. Conseguenza della crisi, ma anche della volontà  di molti giovani di tornare, dopo anni di abbandono, ad occuparsi della terra, facendo del lavoro agricolo un laboratorio di sperimentazione di pratiche e sistemi produttivi nuovi. L’innovazione passa anche per un ritorno al passato!

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