Oltre la retorica massmediale, l ' impegno e la rabbia dei volontari di Genova

In tantissimi in fila per ripulire il Museo di Storia Naturale, custodi comunitari di un bene di tutti

Erano le 23:30 circa del 9 ottobre quando, a seguito di forti precipitazioni, esonda il torrente Bisagno. Da quel momento la situazione è fuori controllo, esondano anche altri torrenti, le acque invadono strade, cantine, negozi, trascinano le auto parcheggiate. Diverse famiglie vengono evacuate, e un uomo perde la vita annegato nella piena di acqua, fango e detriti dello stesso torrente che alimentò quella del Fereggiano nel 2011, causando la morte di sei persone. Se fosse successo di giorno, denunciano in molti, la tragedia sarebbe stata ben peggiore.

Il fango e la meglio gioventù

” Nel 1970 un’intera generazione si trovò a vivere una straordinaria avventura di solidarietà  e di libertà . Il simbolo di quei giorni era l’impronta di una manata sporca di fango che i ragazzi si davano vicendevolmente sulle magliette ” ricordava Massimo Razzi su Repubblica il 4 novembre del 2011. E proprio in quei drammatici giorni del post-alluvione nasceva la pagina Facebook degli Angeli del fango: ” i ragazzi di Genova ci dimostrano che il mondo può cambiare ” recita l’incipit informativo. Anche grazie a questa pagina, molti volontari, tra cui ragazzi giovanissimi, si sono coordinati al meglio per poter mettere a disposizione le proprie forze nel difficile post-alluvione. La pagina non solo ha permesso di condividere gli appelli della Protezione Civile e le comunicazioni ufficiali del Comune e dei Municipi, ma ha anche, significativamente, consentito l’autorganizzazione di volontari e privati cittadini, favorendo l’incontro tra disponibilità  da una parte e richieste di aiuto dall’altra.

#orabasta: non chiamateci Angeli

Si sono svegliati presto nonostante le scuole chiuse, jeans negli stivali e via, alla ricerca di strumenti per dare una mano a spalare. E se in Comune sono finite le pale, fa niente, si useranno le mani, ” l’importante è esserci ” e darsi fa fare. In tantissimi erano in fila per ripulire il Museo di Storia Naturale, un luogo che definire emblematico in questo caso è dire poco: la dimora cittadina della conoscenza bene comune, per di più della conoscenza della natura, inondata e infangata. I danni stimati ammontano a 1 milione e 100 mila euro: la piena del Bisagno ha allagato il piano fondi, mettendo fuori uso le attrezzature scientifiche, danneggiato gli impianti e i serramenti interni ed esterni. Come dichiarato dall’Assessore comunale alla Cultura e al Turismo, Carla Sibilla, il lavoro dei ragazzi, insieme a quello dei dipendenti e dei tecnici, è stato determinante, tanto da consentire la riapertura del Museo in tempi record, nonostante la mole dei danni subiti. Questi giovani cittadini attivi e responsabili dimostrano di aver compreso il loro ruolo di custodi della cultura intesa come bene della comunità , necessario e da preservare.  

Aldilà  dell’impegno e della buona volontà , a lasciare ancor più positivamente colpiti è forse la consapevolezza e il senso di responsabilità  di questi giovani volontari. ” Non chiamateli Angeli del fango, perché questi ragazzi sono arrabbiati ” dichiara una ragazza volontaria sulla rivista Wired. ” La necessaria solidarietà  non ci deve far dimenticare le precise responsabilità  politiche di una situazione intollerabile ” , si legge ancora nel comunicato sulla pagina Facebook ” La meglio gioventù – solidarietà  attiva alle zone alluvionate ” , in cui si chiede lo «stop alle grandi opere inutili e dannose » e interventi di «messa in sicurezza del territorio ». E il corteo apartitico indetto per oggi, con le richieste di certezza dei rimborsi in tempi brevi, finanziamenti garantiti dal Comune a tasso agevolato a favore degli alluvionati, moratoria delle imposte, dimissioni della giunta regionale, comunale e dei dirigenti Arpal, sfilerà  sotto un unico grande slogan: #orabasta.

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