L’avventura della Stazione di Boscoreale inizia nel febbraio del 2008 quando Vincenzo Martire, presidente dell’associazione Stella Cometa, scrive alla Direzione di RFI (gruppo ferrovie dello Stato italiane) di Napoli, chiedendo la concessione in comodato d’uso dei locali della vecchia stazione FS chiusa all’esercizio dal 2005. Il progetto socio-culturale presentato riscuote consensi e la domanda viene accettata: in cambio di un comodato della durata di cinque anni, l’associazione dovrà farsi carico della pulizia, della ristrutturazione e della manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti i locali del Fabbricato viaggiatori e dei bagni esterni, ai quali, un anno dopo, vanno ad aggiungersi, con le stesse modalità , i locali del fabbricato IS.
Sul sito ufficiale della Stazione sono documentate tutte le attività svolte dall’associazione nel corso di questi anni: corsi di artigianato, di ceramica, di informatica, di fumetto e disegno, di ballo, di lingue, di tammorra. Sono state realizzate inoltre una piccola biblioteca, una sala multimediale ed una sala per la proiezione di film, per dibattiti, feste, concerti e per ogni altra attività utile alla crescita sociale e culturale di tutta la comunità che vorrà aggregarsi intorno al progetto.
Martire ci racconta che i corsi sono tenuti da circa 20 volontari e che i fruitori del centro sono circa 150 considerando la totalità dei corsi.
Una partenza difficile
Se a cinque anni di distanza quella di Boscoreale rappresenta un’esperienza consolidata, nel primo periodo i volontari hanno dovuto affrontare una situazione particolarmente problematica che Martire descriveva così: “Per terra ci sono escrementi umani e animali, centinaia di siringhe lasciate lìdai tossico-dipendenti, mentre per ciò che concerne le strutture, ci sono i solai di copertura sprovvisti del manto impermeabile, e con diffuse infiltrazioni di acqua piovana, presenti anche sulle pareti, poiché molti tratti di intonaco sono deteriorati. Gli impianti idrici ed elettrici sono stati completamente vandalizzati e saccheggiati e le porte interne distrutte. La prima tentazione è stata quella di scappare da quell’inferno di degrado strutturale e ambientale. (..) Così, mentre le imprese provvedevano al rifacimento del manto di asfalto, i volontari iniziavano, nel mese di febbraio del 2009, il grande lavoro di pulizia e bonifica dei luoghi. Giorno dopo giorno, il degrado e la sporcizia diminuivano e la stazione cominciava a ritornare alla civiltà “.
Nei tre anni di inattività la stazione infatti era stata lasciata nel completo degrado e disinteresse; ora il rischio è che la situazione possa tornare quella di partenza nel caso in cui l’associazione non riuscisse più a sostenere i costi di gestione.
Lo Stato risparmia 60mila euro grazie all’impegno dei cittadini
La rigenerazione di questo spazio urbano da parte di cittadini responsabili è stata possibile anche grazie all’intervento di alcune imprese che hanno effettuato i primi lavori edili gratuitamente, apprezzando il progetto. Fondamentali anche i contributi volontari raccolti durante gli eventi, le quote volontarie dei soci sostenitori e i contributi raccolti nei vari corsi.
Il supporto pubblico sembra però l’unica componente mancante, nonostante i numerosi appelli dei volontari l’amministrazione infatti non ha mai sostenuto economicamente il progetto, se non con messaggi di solidarietà e di elogio (a partire dal Comune, fino al Presidente della Repubblica).
Abbiamo saputo in anteprima che proprio in questi giorni, grazie anche al nostro interessamento, la concessione del comodato d’uso sta per essere rinnovata per altri cinque anni ma i volontari sono preoccupati per la mancanza di fondi. Il presidente dell’associazione Stella Cometa, che oltre ad essere un volontario è anche un geometra, ha provato a quantificare il lavoro dei cittadini n questi cinque anni: “Per anni ad esempio i volontari hanno pulito anche le aree circostanti la stazione che non erano espressamente previste dall’accordo (..) considerando tra le varie attività anche l’asfaltatura e la pulizia di una stazione di 3mila metri quadri, ho valutato in circa 60mila euro il risparmio per lo Stato dal 2008. Tutto è documentato sul nostro sito e su youtube”.
La domanda che si pongono i volontari di Boscoreale è perché nonostante il progetto sia stato apprezzato non venga “favorito” dalle amministrazioni che al contrario dovrebbero affiancare ed agevolare i cittadini quando realizzano progetti dal forte impatto sociale erogando servizi di interesse generale.
Dal sito della Stazione di legge: “Oggi quella vecchia e malandata stazione è forse un simbolo scomodo, poiché alcuni cittadini temerari, facendo tanti sacrifici, hanno dimostrato che esiste ancora qualcuno che può occuparsi della gestione di un bene comune senza ricavarci nulla di personale e senza sperperare”.
Foto tratte dal sito ufficiale www.lastazioneboscoreale.it