Condivisione e collaborazione, termini che ben si sposano con quelli dell’amministrazione condivisa. Un parallelismo, quello tra economia collaborativa e principio di sussidiarietà orizzontale, che non è sfuggito agli organizzatori dell’incontro che hanno deciso di approfondire gli aspetti innovativi del Regolamento sui beni comuni realizzato da Labsus (ad oggi approvato o in corso di approvazione in circa 60 comuni italiani). Questo strumento infatti, non solo mette i cittadini in condizione di agire per la cura dei beni comuni, ma facilita la condivisione di risorse, di professionalità , di idee tra cittadinanza e amministrazione pubblica nello svolgimento di attività di interesse generale e di conseguenza nella risoluzione di problematiche che interessano l’intera comunità .
Uno degli obiettivi alla base di una gestione condivisa dei beni comuni è infatti lo sviluppo di una società fondata sull’utilizzo condiviso dei beni e non esclusivamente sul possesso.
Condividere e collaborare
Una giornata all’insegna dell’analisi e del confronto, resa necessaria oltre che dal forte periodo di difficoltà economiche anche dalla notevole evoluzione che questo fenomeno, quello appunto della condivisione di mezzi e risorse tra pubblica amministrazione, cittadini e aziende, sta avendo nel nostro Paese. Una forte crescita, quindi, quella delle azioni di condivisione e di collaborazione, come ha evidenziato una ricerca effettuata da Collaboriamo.org: in Italia, ad oggi, vi sono 138 piattaforme che permettono ai cittadini di scambiare e condividere beni, il cui potenziale ancora inespresso può risultare sbalorditivo, ma che per potersi esprimere necessita di approfondimenti, ricerche, dibattiti e tutele. Marta Mainieri, fondatrice di Collaboriamo.org, sostiene che ” In Italia ci sono già piattaforme collaborative molto originali e interessanti ma in generale vanno supportate con una progettualità strategica sia in termini di comunicazione che economica e normativa ” .
Concetti e dati si rispecchiano nell’assunto di base della sharing economy, ovvero che con l’economia della collaborazione si delinea un nuovo tipo di propensione, non più rivolto al consumo e alla proprietà , ma alla condivisione di un bene o di un servizio. Basti pensare all’enorme diffusione che in questi ultimi anni ha interessato Blablacar o al sempre maggiore utilizzo di Airbnb: in entrambi i casi viene a cadere il ruolo dell’intermediario, a vantaggio del contatto diretto tra le persone, favorendo coesione sociale con un effetto positivo sui singoli e sulla comunità , ma anche sulle aziende – le quali si trovano cosìa doversi adattare ad una nuova realtà economica e commerciale – e sull’ambiente.
Il programma
Obiettivo della giornata sarà quello di fare il punto, ad un anno dalla prima edizione di Sharitaly, sulla crescita dell’economia collaborativa, riflettere sui suoi ambiti di applicazione e interrogare la politica sulla diffusione di queste pratiche. Per fare ciò si è deciso di dividere l’agenda dei lavori in due sessioni; la prima, che si svolgerà di mattina a Palazzo Marini, è a sua volta suddivisa in tavoli tematici – dedicati al rapporto tra sharing economy, cittadini, amministrazioni e aziende – cosìdenominati: ” Nuova occupazione, nuovo lavoro, nuove regole ” ; ” L’economia collaborativa per ripensare il rapporto fra aziende e cittadini ” e ” Un nuovo modello di governance per amministrazioni e città ” . La seconda fase invece, introdotta dall’On. Simone Baldelli, Vice Presidente della Camera e dall’On. Antonio Palmieri dell’Intergruppo Innovazione, si terrà il pomeriggio a Palazzo Montecitorio – nella quale avranno maggior peso le politiche di settore – e sarà costituita da tre panel di discussione: ” Lo scenario. Domanda e offerta di sharing economy. I dati italiani ” ; ” Le interpretazioni. Problemi e opportunità per cittadini, imprese, istituzioni ” – tavola rotonda che vedrà appunto coinvolti il prof. Gregorio Arena e il Regolamento sui beni comuni – e ” Le politiche. Come regolare senza soffocare ” .
Qui il programma completo dei due eventi.
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