E’ suddiviso in 4 macro aree: Persone, Luoghi, Ricchezza e Potere, Ambiente. Ciascun ” capitolo ” è composto da numerose tabelle che indicano i dati salienti sull’argomento. Un documento snello quanto ricco di informazioni sintetiche in grado di restituire una fotografia dettagliata e nitida delle principali caratteristiche demografiche, sociologiche, politiche e ambientali delle 14 città metropolitane italiane. Scorrendo il Taccuino si scopre cosìche oltre 22 milioni di persone ” abitano ” le città metropolitane: di fatto, più di un abitante su tre in Italia risiede in una di queste 14 aree.
I dati demografici
In particolare, il 56% della popolazione dei 14 nuclei metropolitani è concentrato nella cosiddetta ” corona ” , la cinta che circonda il territorio comunale vero e proprio. Roma, Milano e Napoli sono le città più popolate: la prima supera abbondantemente i 4 milioni di abitanti (2,8 dei quali nel nucleo e 1,5 circa nella corona); Milano e Napoli superano i tre milioni, con una distribuzione diversa: Milano più concentrata nel comune; Napoli nella corona. Sono, in totale, 9 milioni i nuclei familiari che vivono nelle città metropolitane, concentrati nelle corone più che nei comuni centrali. Il fenomeno socio-demografico più interessante riguarda la progressiva suburbanizzazione della quasi totalità di questi territori: la popolazione cioè, aumenta maggiormente nelle zone circostanti il nucleo del comune centrale piuttosto che in quest’ultimo. Solo a Genova e a Messina, troviamo, al contrario, fenomeni di ” disurbanizzazione ” , ovvero di vera e propria diminuzione della popolazione residente in entrambe le aree che compongono le città metropolitane. La città metropolitana con la variazione positiva più alta è Roma, che fra il 2004 e il 2013 ha visto aumentare la popolazione di 13,5 punti percentuali.
Servizi, spazi e luoghi
Il Taccuino restituisce interessanti statistiche che concernono i ” luoghi ” fruibili ai cittadini. La disponibilità di spazi è rilevata stabilendo la volumetria pro-capite per ciascun indicatore: si scopre cosìche a fronte dei 91 metri cubi di biblioteche, musei, gallerie e accademie a disposizione, in media, dei residenti nel comune centrale, le corone suburbane offrono solo 5 metri cubi…un dato che deve far riflettere circa la disparità non solo di servizi amministrativi, ma soprattutto di opportunità di sviluppo culturale a livello individuale e collettivo fra i territori che circondano i nuclei centrali e questi ultimi. La disuguaglianza ” strutturale ” , o meglio, infrastrutturale, è evidente anche per quanto riguarda, ad esempio, la disponibilità di posti letto, e le strutture ospedaliere più in generale, cosìcome per le scuole e i laboratori scientifici.
Distribuzione ineguale delle opportunità …e della ricchezza
Così, scorrendo le puntuali tabelle del Taccuino metropolitano, si scopre che, come per i servizi, anche la ricchezza è concentrata nel comune centrale: a fronte di un reddito medio imponibile pro capite di oltre 24 mila euro relativo a queste aree, la cifra raggiunta nelle corone è pari a 18.590. In pratica, un abitante della zona periferica guadagna, in media, circa il 25% in meno di un suo concittadino residente nel comune centrale.
Ambiente
Taccuino metropolitano completa la fotografia delle 14 città metropolitane con un’intera sezione dedicata all’ambiente che elabora le informazioni provenienti dall’ISPRA. In particolare, vengono presentati al lettore i dati relativi alla produzione totale di rifiuti e a quella pro-capite (con Catania e Reggio Calabria a detenere, rispettivamente, il primato negativo – 763 kg – e positivo, 490 kg/pro-capite). La raccolta differenziata ha raggiunto una media del 30,9%; in questo caso le città virtuose sono Torino (50,3%), Venezia (50,1%) e Cagliari (49,1%). Il Taccuino conclude la sezione relativa all’ambiente offrendo un insieme di tavole concernenti la qualità dell’aria, che risulta, mediamente, peggiore in città come Torino e Milano (con, rispettivamente 66 e 88 giorni in cui il PM10 ha superato le soglie massime).
I dati del Taccuino costituiscono uno stimolo alla riflessione per tutti, ma in particolare dovrebbero esserlo per la classe politica nazionale e per le amministrazioni locali: una loro lettura d’insieme mette in luce tutte le disuguaglianze e le condizioni di iniquità che separano i cittadini dei comuni centrali da quelli delle aree circostanti. A fronte di una maggioranza di residenti concentrati nelle periferie (il 56%), è proprio in queste aree che non troviamo gli spazi e i luoghi dei servizi, della cultura e della scienza che potrebbero non solo ” armonizzare ” le due anime delle città metropolitane, ma, soprattutto, creare le precondizioni per uno sviluppo equo delle esistenze dei loro abitanti.
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