Il Regolamento di Orvieto, cosìcome quelli già adottati da molti Comuni d’Italia, pone delle solide basi affinché la buona pratica della tutela dei beni comuni possa essere salvaguardata e meglio realizzata mediante la collaborazione tra istituzioni e cittadini.
Cosa l’ha spinta, l’8 settembre 2014, a proporre il Regolamento al suo Comune? Da allora, fino alla sua adozione, sono passati tre mesi. In che modo si è svolto il processo che ha infine portato all’approvazione da parte del Consiglio comunale?
Le motivazioni che mi hanno spinto a proporre il Regolamento al Comune di Orvieto sono molteplici. Oltre ad una sensibilità personale alle tematiche della partecipazione l’idea del regolamento è nata durante la scrittura del programma elettorale del sindaco Germani.
In uno dei gruppi di redazione tematici, dedicato al terzo settore, al volontariato e alla partecipazione, Marco Moscetti, consigliere comunale della scorsa legislatura pose la questione che da subito mi ha appassionato e che ho immediatamente cominciato ad approfondire.
Per quanto riguarda il percorso che ha portato all’approvazione sono partito con una mozione che ha delegato alla seconda commissione consiliare, che presiedo, il compito di redigere il regolamento nella convinzione che il tema della partecipazione come metodo per una migliore attività amministrativa dovesse essere necessariamente materia consiliare e dovesse essere approfondita e compresa fino in fondo dai consiglieri di tutti gli schieramenti.
Si è partiti dal regolamento approvato dal Comune di Bologna cercando di eliminare tutte le parti che potessero essere poco appropriate per Orvieto (e le sue dimensioni) e optando quindi per un’impostazione simile a quella del regolamento approvato dal Comune di Ivrea.
E’ stata sensibilmente modificata la parte relativa alla Rete Civica, circoscrivendo il tema alla comunicazione promossa sul sito del comune e ad un necessario sbarco sui social network dell’amministrazione comunale.
In ultimo è stato aggiunto l’articolo 10 in cui si fa riferimento alla promozione dei valori della Convenzione di Faro, ritenendo che una città con un patrimonio artistico e culturale come la nostra non possa prescindere dal concetto che la conoscenza e l’uso dell’eredità culturale rientrano fra i diritti dell’individuo a prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità e a godere delle arti.
Il tutto è stato coadiuvato dalla Prof.ssa Alessandra Valastro, docente di Istituzioni di diritto pubblico all’Università di Perugia e coordinatrice dell’Osservatorio sulle politiche partecipative della Regione Umbria, che non solo ha verificato la validità del regolamento ma in sede di 2^ Commissione ha dato un contributo importante ed insostituibile nella comprensione della materia da parte dei consiglieri.
All’alba della sua iniziativa, vedeva nel rapporto tra periferie e centro, e nella rigenerazione urbana attraverso i beni comuni immateriali due punti di focali sui quali intervenire. Ora che il regolamento ha trovato vita, si è riusciti a creare una solida base per poter risolvere queste due criticità ? E come?
L’amministrazione comunale sta sicuramente lavorando per risolvere queste due criticità .
Sta infatti per decollare il progetto del ” Parco urbano del Paglia ” che, oltre a collegare meglio i quartieri di Ciconia ed Orvieto scalo, avrà una grande importanza per tutto il territorio, la sua riqualifica ed i suoi residenti. Il progetto, che vede anche la costruzione di percorsi ciclopedabili, è volto alla crescita, alla vivibilità del territorio ma anche a ristabilire un rapporto, quello degli orvietani con il loro fiume, dopo i disastrosi fatti alluvionali che tanto hanno colpito la nostra comunità .
Altro pilastro del progetto era rappresentato dall’innovazione digitale del Comune. E’ previsto che proseguiate in questo senso? Nella scorsa intervista, aveva parlato della piattaforma ” Segnala a Germani ” , attraverso la quale i cittadini potevano inviare segnalazioni su problematiche o proporre buone idee per la comunità . Con il Regolamento per l’amministrazione condivisa di Orvieto, quest’ottimo esempio di compartecipazione tra la società civile e il Comune potrà continuare?
Assolutamente. Si sta continuando a lavorare su un nuovo sito Internet per il Comune che non solo superi i limiti tecnologici di quello attuale, ma che permetta proprio forme di partecipazione online come quella di ” Segnala a Germani ” . Ci va riconosciuto che l’idea dell’utilizzo di un software open source per la raccolta, la visualizzazione e la geolocalizzazione interattiva di informazioni è sicuramente innovativa e per questo bisogna porre impegno nella comunicazione e nella divulgazione di certe nuove soluzione perchè spesso queste ne determinano il successo.
Proprio a proposito di comunicazione, nuovi media ed innovazione in questi ultimi giorni di festa l’Amministrazione comunale ha avuto la possibilità di collaborare con una radio online locale, Radiorvietoweb, per la diretta streaming delle due giornate del ” Festival delle buone pratiche ” .
Il Festival, fortemente voluto ed organizzato dalla mia collega di Consiglio Martina Mescolini, ha visto susseguirsi tanti eventi dedicati ai più piccoli con laboratori, giochi, attività sportive, musica e l’arrivo della Befana ed in più ha permesso che il Palazzo del Capitano del Popolo diventasse per due giorni la sede di un Expo cittadino sulle buone pratiche, il volontariato, l’associazionismo ed il terzo settore.
Orvieto ha saputo insegnare che anche nei momenti di festa una buona Amministrazione può rilanciare e trasmettere ai più piccoli i valori positivi della partecipazione, della solidarietà e del volontariato.
Perché il Regolamento possa trovare attuazione, è ovviamente indispensabile la partecipazione attiva dei cittadini e delle associazioni. Qual è stato il loro ruolo nella realizzazione del testo? E in che misura potranno operare?
L’aver voluto il regolamento e l’essermi occupato della sua redazione mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a realtà associative che non conoscevo e di rafforzare la sintonia con altre.
Il mondo del terzo settore e del volontariato infatti mi è stato molto vicino nella fase che ha preceduto l’approvazione del regolamento e mi è stato anche concesso di poter presentare una bozza di questo durante il ” Festival del Dialogo ” nella giornata ” Tutti insieme per cambiare: prove tecniche di dialogo tra associazioni ed Istituzioni ” .
In quella stessa occasione ho potuto creare una mailing list di contatti alla quale ho sottoposto in anteprima il testo sui beni comuni ricevendo, in alcuni casi, importanti contributi e spunti di riflessione.
Il ruolo dei cittadini nell’operatività del testo e nella concretizzazione della partecipazione come metodo di scambio e di conoscenza che caratterizza la gestione della cosa pubblica è fondamentale.
Anche se il patto di collaborazione non è una delega in bianco alla gestione della cosa pubblica ai cittadini e alle associazioni, il ruolo di protagonista dell’iniziativa dei singoli e delle associazioni nella progettualità dei patti è sicuramente indubbio con l’assunto che la cabina di regia è comunque l’ente comunale che valuta la bontà delle iniziative e, come da dettato costituzionale, ” rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese ” .
Una volta entrato in vigore, i successivi due anni saranno importanti per capire ed eventualmente correggere l’attuazione del Regolamento. E’ quindi ancora presto per una previsione sui risultati; ritiene tuttavia che vi sia qualche aspetto migliorabile nel testo cosìcome è stato approvato?
I risultati e le eventuali aggiustature sono difficili da prevedere ma è sicuramente possibile fare un paio di considerazioni.
La prima è che il regolamento è un’iniziativa che colloca Orvieto all’avanguardia nel tentativo di promuovere il protagonismo civico dei cittadini e che qualifica positivamente la città intera.
La seconda è che Orvieto, per storia e tradizione ha le caratteristiche per riprendere in modo originale un progetto di gestione condivisa della città ispirato al principio di allargamento della partecipazione democratica e affermarsi a tutti gli effetti come Città del dialogo e della partecipazione.
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