Carissimi lettori, un saluto da Londra.
Nel corso del mio ” Diario da Londra ” ho già parlato di casi del genere nella capitale e oggi voglio portarvi in un altro interessante esempio di questo genere: la Old Fire Station.
La storia di questo luogo mi è stata raccontata da Brendan Devlin, manager della struttura.
Nel corso degli anni ’80, nel quartiere di Stoke Newington, situato nel London Borough of Hackney, la stazione dei pompieri, in attività da più di 100 anni, viene trasferita in un nuovo stabile lasciando la vecchia sede in disuso. Il municipio, proprietario dell’immobile, decide quindi di metterlo in vendita e subito questo accende l’interesse degli operatori del settore immobiliare. Succede, però, che molti residenti si oppongono a questa decisione, perché non ritengono giusto distruggere un edificio storico e di proprietà pubblica. Le proteste riescono ad ottenere il loro scopo e l’immobile viene messo a disposizione della comunità e dato in gestione alla Stoke Newington Community Association, fondata dai residenti.
La gestione viene cosìstrutturata: il municipio rimane proprietario dell’immobile, questo è dato in concessione gratuita all’organizzazione che si occupa della gestione degli spazi. Oggi i costi di gestione sono sostenuti con gli affitti delle diverse realtà che abitano la struttura, il municipio sostiene i costi di manutenzione straordinaria e la gestione è affidata ad un comitato di rappresentanti delle diverse organizzazioni interne.
La Growing Community: ri-abituare le persone al consumo di frutta stagionale e di buona qualità
Il primo progetto che prende vita negli spazi della ex stazione è un asilo nido, come risposta ai bisogni delle famiglie residenti nei dintorni. Nel corso degli anni il numero di realtà presenti nella struttura è via via aumentato, favorito anche dagli affitti agevolati per incentivare le start-up.
Oggi, la Old Fire Station ospita diverse organizzazioni e piccole imprese. Si va da un centro massaggi, al corso di yoga, ad uno studio di registrazione, passando per l’asilo nido, ancora attivo dopo anni.
Tra queste realtà una in particolare ha colto la mia attenzione: la Growing Communities. Questa si definisce come una ” organizzazione di comunità ” , che si occupa di fornire frutta e verdura biologica e quanto più possibile a km. zero. Uno degli obiettivi è ri-abituare le persone al consumo di frutta e verdura stagionale e di buona qualità .
Nella pratica la Growing Community fornisce cassette di frutta e verdura di varie dimensioni a fronte di una sottoscrizione mensile. I produttori da cui si approvvigiona sono fattorie urbane o delle zone al di fuori di Londra, oppure è direttamente questa la produttrice, negli spazi che gestisce in vari parchi nel quartiere. Questa impresa organizza, inoltre, ogni sabato, un mercato di produttori locali selezionati secondo criteri di produzione bio-dinamica.
Penso che questo tipo di servizio sia molto importante, soprattutto dato il contesto. Nelle grandi città e in particolare nelle zone più povere e marginali, il borgo di Hackney è il secondo luogo più povero dell’Inghilterra (fonte: Neighbourhood statistic – Office for National Statistic) e riuscire a proporre cibo sano risulta un elemento di forte valore sociale.
Ricerche confermano la connessione tra obesità , cattiva alimentazione e situazioni di forte deprivazione: ” I più alti livelli di obesità possono essere trovati in zone povere e con bassi livelli educativi. L’apparente paradosso può essere spiegato con il basso costo di cibo ad alto valore calorico, l’appetibilità di quelli con più zuccheri e la scarsa disponibilità di frutta e verdura. ” (fonte: Food environments and obesity—neighbourhood or nation? International journal of epidemiology, volume 35, issue 1, 2006).
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